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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />
I bassi livelli toccati dagli investimenti delle imprese hanno naturalmente<br />
conseguenze sul potenziale produttivo dell’economia italiana. Ai livelli attuali<br />
il flusso annuo di investimenti non basta neanche per compensare il deperimento<br />
dello stock di capitale dell’economia: la dotazione di capitale fisico –<br />
impianti, macchinari ed attrezzature – si sta difatti riducendo da alcuni anni e<br />
questo comporta anche riduzioni del potenziale economico .<br />
Dopo anni di mancati investimenti, il ritardo tecnologico dell’economia italiana<br />
rispetto ai competitor è aumentato, non senza conseguenze sulla competitività<br />
e sulla crescita.<br />
Circa gli investimenti pubblici, il 2015 è stato il primo anno a segnare una<br />
battuta d’arresto nella fase di contrazione, ma dopo diversi anni di flessione.<br />
Visti gli effetti deleteri che queste politiche hanno avuto sul patrimonio pubblico,<br />
con una situazione di deterioramento delle condizioni di diversi immobili e<br />
infrastrutture di trasporto, il Governo ha programmato per i prossimi anni una<br />
crescita della spesa per investimenti. Stanziamenti ad hoc sono inoltre previsti<br />
per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto.<br />
1.7 La ripresa, ritmi modesti e qualche rischio<br />
Le tendenze dell’economia italiana osservate nella prima metà del 2016<br />
mettono in luce una debole ripresa sostenuta sino ai primi mesi dell’anno dai<br />
consumi, il cui rafforzamento trova spiegazione nella crescita del potere d’acquisto<br />
delle famiglie. Tale recupero è a sua volta riconducibile a fattori specifici<br />
che hanno caratterizzato le tendenze dell’ultimo periodo, come la contrazione<br />
del prezzo del petrolio e alcuni provvedimenti della politica di bilancio che<br />
hanno inciso sui redditi: la misura degli 80 euro a partire dal 2014 e gli incentivi<br />
alle assunzioni dal 2015 sono le misure principali.<br />
Proprio la natura transitoria dei fattori che hanno innescato la ripresa dei<br />
consumi spiega perché, dopo una prima fase di recupero, la spesa delle famiglie<br />
stenti a rafforzarsi ulteriormente. D’altra parte, alla ripresa della spesa delle<br />
famiglie avrebbero dovuto affiancarsi altri elementi di traino, legati all’export<br />
ed agli investimenti. Le esportazioni hanno però stentato, alternando variazioni<br />
di segno opposto, soprattutto perché la crescita della domanda internazionale<br />
ha deluso le aspettative; mentre il commercio mondiale ha rivelato una<br />
fase di eccezionale debolezza, legata soprattutto alla decelerazione della domanda<br />
dei paesi emergenti. Le difficoltà dell’export sono a loro volta una delle<br />
concause della mancata ripartenza degli investimenti; su questa componente<br />
della domanda stanno incidendo anche le condizioni creditizie, ancore difficili<br />
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