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Consumi e distribuzione

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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />

Portogallo, e una situazione ancora molto difficile in Grecia. Fra i paesi che<br />

negli anni scorsi avevano meno risentito della crisi stanno emergendo segnali<br />

di rafforzamento dell’economia tedesca, che è oramai caratterizzata da condizioni<br />

di pieno impiego, mentre indicazioni di relativa fragilità provengono da<br />

tempo dall’economia francese.<br />

Le differenze fra le performance delle diverse economie appartenenti all’eurozona<br />

contribuiscono a complicare le decisioni della banca centrale e le indicazioni<br />

sulle politiche fiscali. È evidentemente difficile riuscire a calibrare una<br />

politica adeguata a paesi che hanno andamenti economici così diversi. Le massicce<br />

iniezioni di liquidità e i tassi d’interesse a zero sono ancora insufficienti a<br />

favorire una riattivazione del canale del credito in paesi come l’Italia, mentre<br />

in Germania ci sono, al contrario, le premesse per la formazione di una bolla<br />

sui prezzi delle case. Allo stesso modo, il cambio dell’euro appare deprezzato<br />

se si guarda alle condizioni di competitività dell’economia tedesca, e allo stesso<br />

tempo ancora penalizzante per altre economie, fra cui quella italiana e quella<br />

francese. I paesi in difficoltà necessiterebbero del sostegno di un cambio più<br />

debole alle esportazioni, mentre la competitività del settore industriale e l’avanzo<br />

dei conti con l’estero della Germania potrebbero giustificare un cambio<br />

dell’euro più forte.<br />

Infine, le condizioni dei bilanci pubblici evidenziano un surplus in Germania,<br />

sino a disavanzi elevati in Francia e Spagna. Situazioni delle finanze pubbliche<br />

molto differenziate possono condizionare le politiche europee nel caso di un<br />

nuovo peggioramento del quadro economico: la Germania disporrebbe difatti<br />

di ampie risorse per sostenere la domanda interna, mentre altre economie godrebbero<br />

di margini limitati per utilizzare lo strumento del bilancio pubblico.<br />

Figura 1.2 Le performance delle diverse economie europee – Il Pil italiano lontano dai livelli<br />

pre-crisi<br />

(Var. % cumulate 2007-2015)<br />

10<br />

6,3<br />

5<br />

-24,9 -11,2 -8,0 -5,8 -3,8 -2,6 -0,3 0,2 0,3 0,8 1,1<br />

2,9<br />

0<br />

-5<br />

-10<br />

-15<br />

-20<br />

-25<br />

GRE<br />

ITA<br />

FIN<br />

SPA<br />

POR<br />

OLA<br />

FRA<br />

IRL<br />

BEL<br />

AUS<br />

UK<br />

SVE<br />

GER<br />

Fonte: REF Ricerche su dati Ocse<br />

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