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Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2016 Peraltro, anche nel 2016 la grande distribuzione italiana evidenzia un andamento delle vendite più contenuto rispetto a quello della media europea che sembra condividere, però, una simile difficoltà delle vendite e lo stesso sfavorevole andamento dei prezzi, che ha pesato per oltre un punto percentuale sull’andamento delle vendite. Senza tale apporto negativo i fatturati della Gdo avrebbero fatto segnare uno dei migliori risultati del decennio. Figura 5.26 Il calo delL’inflazione non sostiene I fatturati (Var. % prezzi – Lcc – Totale Italia) 1,1% +0,5% Pt gap +0,3 nel 2015 Punti Quota Vs Prog. Giugno ‘15 -0,6% Gen-Giu 2016 Fonte: Nielsen Trade*Mis – Totale Italia Come già gli anni precedenti, l’andamento della Gdo non ha riguardato tutti i formati ed i territori con eguale intensità e direzione. Ancora una volta il migliore andamento delle vendite ha premiato i formati a maggiore specializzazione (i drugstore, i discount, i superstore e i grandi supermercati). Il calo delle vendite continua invece ancora ad interessare soprattutto gli ipermercati ma anche i punti vendita di prossimità e i piccoli supermercati. Peraltro, l’andamento delle vendite a valore ha superato quelle a volume soltanto per i superstore e i grandi supermercati. Figura 5.27 Nel 2016, il grocery cresce sopratutto a volume (Var. % delle vendite grocery a valore e volume) Valori Volumi 1,9% 0,4% 0,5% 1,2% 2,0% 2,3% 0,1% 0,1% -1,3% -1,0% -1,5% -0,7% -0,5% 1,4% 0,6% 0,6% 1,2% 5,1% 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Nielsen Trade*Mis Market Track -Trend Vendite a prezzi costanti 2014 2015 Gen- Giu 2016 [ 266 ]
5. La Gdo alla prova dell’innovazione Figura 5.28 Nel 2016, il grocery cresce sopratutto a volume (Var. %, Gen-Giu 2016) -2,1% Iper(>=4500mq) -2,3% 2,7% Superstore (2500-4499mq) 2,4% 1,6% Super (1500-2499mq) 1,5% 0,8% Super (800-1499mq) 0,8% -1,4% Super (400-799mq) -2,0% -3,2% Libero Ser. (200-399 mq) -2,9% 6,3% Discount 8,5% 3,4% Specialisti Drug 2,8% Fonte: Nielsen Trade*Mis Market Track – Trend Vendite a prezzi costanti Le differenze appaiono ancora più nette dal punto di vista geografico. In controtendenza rispetto al 2015, nel primo semestre è il Nord Est a manifestare l’andamento più favorevole delle vendite a valore, restano invece in negativo tutte le altre ripartizioni. È da segnalare invece come il Sud si caratterizzi per essere contemporaneamente l’area territoriale che evidenzia la maggiore crescita dei volumi e la più ampia riduzione dei fatturati. Continua, infatti, nelle Regioni meridionali il deprezzamento del carrello medio iniziato con la crisi e mai più interrotto. Figura 5.29 In difficoltà soprattutto il CentroSud (Var. % rete corrente, Iper+Super+Lis, I sem 2016) Valori Volumi Nord Ovest -0,1% -0,4% Nord Est 0,6% 0,5% Centro+Sardegna -0,9% 1,7% Sud+Sicilia -1,1% 0,7% * Progressivo Gen-Giu Fonte: Nielsen Andamenti così differenziati trovano riscontro anche in scale di prezzo che continuano ad allungarsi. Se infatti nel 2003 oltre il 51% delle vendite riguardavano prodotti con prezzo compreso tra l’85% e il 130% del prezzo medio [ 267 ]
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