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Consumi e distribuzione

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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />

bisogno forte di più famiglia (che resta il primo e più efficace ammortizzatore<br />

sociale), di più Stato, di più Europa (nati e cresciuti in una società sempre più<br />

multietnica, le generazioni si dimostrano ben disposte rispetto allo scambio<br />

ed alla contaminazione culturale). Nella società immaginata dai più giovani c’è<br />

spazio per l’integrazione degli immigrati e per una partecipazione collettiva più<br />

moderna, che esula dalla comunità politica tradizionale, ma che denota un interesse<br />

immutato nell’essere protagonista del proprio futuro.<br />

I giovani credono nel valore della famiglia<br />

(% rispondenti sul totale che attribuisce a ogni parola un valore uguale o superiore a 7)<br />

Età (anni)<br />

15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65 e più<br />

Famiglia 91 75 82 88 85 87<br />

Paese Italia 49 25 36 37 40 64<br />

Integrare gli immigrati 64 39 37 43 51 51<br />

Cooperazione 71 57 56 58 63 59<br />

Internet 78 74 72 74 78 56<br />

Social media 58 47 45 45 43 29<br />

Ambiente e le energie rinnovabili 86 75 70 78 86 74<br />

Sobrietà nei consumi 71 59 58 62 70 60<br />

Sicurezza alimentare 83 70 65 74 79 66<br />

Legalità 84 65 65 66 72 63<br />

Fonte: Demos-Coop, 2016<br />

2.8 La religione (cattolica) lascia spazio alla spiritualità “fai da te”<br />

I cambiamenti nelle strutture familiari e l’affermazione di nuovi valori influenzano<br />

il rapporto dell’individuo con la religione facendo dell’Italia un<br />

Paese sempre più laico. Gli italiani sembrano infatti aver accantonato le forme<br />

di spiritualità più tradizionali, rifugiandosi in nuove esperienze che mettono al<br />

centro il benessere attraverso l’introspezione e la meditazione.<br />

Nel nostro Paese la partecipazione religiosa è ai minimi storici, nonostante il<br />

carisma di una figura apprezzata anche tra i non credenti come Papa Francesco:<br />

la quota di chi va a messa almeno una volta alla settimana è passata nell’ultimo<br />

decennio dal 39,7 al 29%, perdendo circa mezzo punto all’anno. Chi pensava<br />

che l’invecchiamento della popolazione avrebbe riportato gli italiani nelle chiese<br />

e nelle parrocchie è stato smentito: anzi, il declino della frequentazione dei<br />

luoghi di culto tra i più giovani suggerisce in prospettiva un ulteriore consolidamento<br />

del fenomeno. I dati più recenti aggiungono una connotazione di genere<br />

all’evidenza aneddotica: la religione non è (più) donna. Tra il 1995 ed il 2015<br />

la quota di persone di sesso femminile che partecipa attivamente alle pratiche<br />

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