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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />
e i modelli di business di interi comparti di produzione, soprattutto nei servizi.<br />
Nel settore delle comunicazioni, ad esempio, la diffusione crescente di servizi<br />
“gratuiti” (Whatsapp, Skype) ha spazzato via i tradizionali servizi a pagamento.<br />
Anche in questo ambito della spesa non è detto che la crescita dei consumi<br />
per le comunicazioni sia adeguatamente colta dalla statistica ufficiale, che<br />
registra la mera diminuzione del fatturato delle aziende telefoniche. È il tema<br />
dei cosiddetti consumi gratuiti favoriti dalla diffusione dei dispositivi come<br />
smartphone e tablet, la cui forza distruttrice, nei confronti dei consumi tradizionali<br />
che vanno a sostituire, è assai superiore alla capacità di creare valore.<br />
È anche questa una delle ragioni che spiegano come si conciliano il recupero<br />
di fiducia delle famiglie e gli scarsi incrementi della spesa in molti settori produttori<br />
di beni di consumo. In questo senso, il confronto tra l’andamento dei<br />
consumi a prezzi correnti e a prezzi costanti mostra la distanza tra ciò che le<br />
famiglie hanno rispettivamente speso e quanto hanno consumato: uno scarto<br />
che, rispetto ad altre fasi storiche, assume una valenza del tutto peculiare.<br />
Lo scenario attuale è infatti dominato da un andamento dei prezzi al consumo<br />
nel quale si sono accentuate le spinte deflattive, per effetto dell’onda lunga<br />
del ridimensionamento delle quotazioni delle principali materie prime e del<br />
conseguente calo dei costi di produzione a carico dell’industria.<br />
Il primo semestre dell’anno si è infatti chiuso con una inflazione marginalmente<br />
negativa (-0,2% di media), che fa seguito ad un biennio al riparo da<br />
tensioni di tipo inflattivo (0,2% nel 2014 e 0,1% nel 2015).<br />
Figura 3.3 In Italia prezzi fermi da tre anni<br />
(Var. % prezzi al consumo, media d’anno)<br />
3,0<br />
3,0<br />
2,5<br />
2,0<br />
1,5<br />
1,2<br />
1,0<br />
0,5<br />
0,0<br />
-0,5<br />
2012<br />
2013<br />
Fonte: REF Ricerche su dati Istat (NIC)<br />
0,2<br />
2014<br />
0,1 -0,2<br />
2015<br />
Gen-Ott 2016<br />
La stessa crescita dell’auto, cui si è fatto cenno in precedenza, assume connotati<br />
molto meno marcati se prendiamo in considerazione i valori in luogo<br />
dei volumi. Anche in questo caso l’incremento dei consumi (il numero delle<br />
auto) è ben più alto della variazione della spesa monetaria investita dalle famiglie<br />
perché gli acquisti avvengono a prezzi minori di prima.<br />
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