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Consumi e distribuzione

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4. Nel carrello salute e sperimentazione<br />

sono venuti a mancare circa 230 grammi di cibo al giorno (-9%). Per avere un<br />

termine di paragone storico e valutare correttamente le relatività, si tenga comunque<br />

a mente che sino agli anni Cinquanta gli italiani mangiavano per una<br />

quantità compresa tra 1,5 e 2 chilogrammi giornalieri.<br />

Se è questo il quadro di riferimento, appare utile considerare il dettaglio<br />

merceologico per cogliere trend ed orientamenti dei consumatori. Una altra<br />

via per descrivere il fenomeno parte infatti dall’analisi di alcuni prodotti tipici<br />

della nostra tavola, capisaldi della dieta mediterranea: la pasta ed il pane, l’olio<br />

di oliva, la frutta e la verdura, la carne, il pesce, i latticini.<br />

Figura 4.1 Meno cibo sulle tavole degli italiani<br />

(Andamento consumo medio alimentare dal 1900 ad oggi, dati in kg/giorno/pro capite)<br />

3,0<br />

2,58<br />

2,50<br />

2,5<br />

2,25<br />

2,34<br />

2,33<br />

2,0<br />

1,5<br />

1,66 1,72<br />

1,39<br />

1,0<br />

1900 1920<br />

Fonte: REF Ricerche su dati FAO, Istat<br />

1940<br />

1960<br />

1980<br />

2000<br />

2010<br />

2016<br />

Le informazioni disponibili restituiscono andamenti molto diversi: dagli<br />

anni Settanta, massimo storico, ad oggi abbiamo perso oltre 80 grammi di<br />

pane e pasta per persona.<br />

Il che suggerisce una duplice implicazione, ovvero che è calata la frequenza<br />

di consumo (si tratta sostanzialmente di una porzione di pasta in meno al<br />

giorno) e che il piatto medio si è via via fatto meno ricco. Valore assoluto del<br />

consumo a parte, il cambiamento in atto è efficacemente rappresentato dallo<br />

scarto calcolato sull’incidenza di tali referenze rispetto al monte complessivo<br />

dei consumi.<br />

La dieta degli italiani non è più cerealo-centrica: il peso di pasta, pane e prodotti<br />

derivati sul totale ha infatti perso oltre 4 punti percentuali, passando dal<br />

22% degli anni Sessanta a poco meno del 18% di oggi.<br />

Il superamento della rilevanza di carni e salumi nelle abitudini alimentari<br />

degli italiani è invece un fenomeno più recente, che si coglie solo in minima<br />

parte esaminando le medie decennali di periodo: giova sottolineare che<br />

il boom dei consumi di carni rosse e bianche si registra a cavallo degli anni<br />

Settanta ed Ottanta – in corrispondenza del più consistente miglioramento<br />

[ 197 ]

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