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Consumi e distribuzione

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3. Per i consumi una ripresa selettiva<br />

a circa 650 pro capite per le famiglie più numerose: in altre parole, la persona<br />

che vive da sola spende quasi 3 volte in più rispetto a ciascun membro di una<br />

famiglia con 5 componenti. Per valutare più approfonditamente il fenomeno,<br />

è possibile mettere a rapporto per ogni area del consumo la spesa riferita<br />

a ciascun componente di una famiglia numerosa con quella sostenuta da un<br />

monocomponente.<br />

Il coefficiente che si ricava sintetizza l’intensità dei risparmi che discendono<br />

dalla convivenza nello stesso nucleo familiare: quanto più il quoziente è elevato,<br />

tanto più la spesa beneficia di economie che discendono dalla condivisione.<br />

Tra le dimensioni del consumo che sperimentano le maggiori economie<br />

di scala si segnalano la casa (e in particolare le spese per l’affitto, le utenze e<br />

le manutenzioni) e l’arredamento, con un valore rispettivamente pari a 4,1 e<br />

3,3. Al contrario, le spese per l’istruzione (0,3) e l’abbigliamento (1,6) si caratterizzano<br />

per una più marcata progressione nel numero dei componenti a<br />

segnalare, come peraltro appare intuitivo, che in questi ambiti le possibilità di<br />

condivisione divengono residuali.<br />

L’alimentazione garantisce buoni risparmi ai nuclei più numerosi, anche<br />

grazie al ruolo qualificato esercitato dall’offerta: una persona che vive da sola<br />

spende in cibo e bevande quasi 280 euro al mese, mentre una famiglia di 5<br />

componenti 674 euro, ovvero 134 euro a testa. Con un coefficiente pari a 2, in<br />

una famiglia numerosa, sfruttando soprattutto le economie nella preparazione<br />

dei cibo, la spesa si abbatte a circa la metà rispetto al caso di una persona sola.<br />

Un risultato che è anche figlio delle preferenze da parte dei single per prodotti<br />

a maggiore valore aggiunto, come i piatti pronti, e della maggiore incidenza<br />

degli sprechi, in particolare di prodotti deperibili.<br />

Un’altra classificazione lungo la quale è possibile esaminare il consumo è<br />

quella relativa alle tipologie familiari.<br />

La spesa cresce per buona parte dei tipi familiari, ad eccezione di quelli più<br />

esposti alla fragilità della ripresa in atto.<br />

Tra questi i valori più bassi di spesa si registrano tra le famiglie di cittadini<br />

non italiani (1.532 euro al mese), quelle il cui capo famiglia è in cerca di occupazione<br />

(1.782 euro al mese) e quelle di anziani che vivono soli (1.641 euro al<br />

mese).<br />

Unitamente all’ampiezza del nucleo familiare, le distanze negli esborsi sono<br />

in buona misura riconducibili alle diverse fasi della vita ed alla presenza di uno<br />

o più figli minori da accudire. Tra le famiglie monocomponente, ad esempio, è<br />

la classe 35-64 anni a mostrare la spesa più elevata (circa 2 mila euro al mese),<br />

rispettivamente 310 e 350 euro mensili in più degli under35 e degli over65.<br />

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