Consumi e distribuzione

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Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2016 media, un maggiore esborso di circa l’8% rispetto ai centri abitati di minori dimensioni. Contribuiscono a spiegare questo divario gli affitti più elevati, la maggiore incidenza delle spese obbligate (come i trasporti) ed un minore ricorso all’autoconsumo, tipico delle aree a maggiore vocazione agricola. Figura 3.7 La casa assorbe più di un terzo della spesa per consumi delle famiglie (% sul totale di spesa per ripartizione geografica) Alimentare Abbigliamento Casa Sanità e istruzione Tempo libero 2% 11% 17% 5% 2% 11% 17% 4% 11% 12% 7% 3% 19% 5% 40% 5% 40% 10% Nord Ovest Nord Est 10% 5% 4% 43% Centro Trasporti Comunicazioni Altro 11% 8% 5% 3% 7% Isole 23% 5% 38% 3% 8% 9% 7% 5% Fonte: REF Ricerche su indagine “Spese per consumi delle famiglie”, Istat 2016 Sud 24% 6% 38% Figura 3.8 Vivere in città costa il 5% in più (Scarto % rispetto alla spesa media) 5,3% 1,6% Grandi città Città medie dimensioni -2,5% Piccole città Fonte: REF Ricerche su indagine “Spese per consumi delle famiglie”, Istat 2016 Considerando poi come discriminante l’ampiezza del nucleo familiare, la progressione della spesa media familiare al crescere del numero dei componenti risulta meno che proporzionale, a suggerire l’attivazione di economie di scala nella condivisione degli spazi abitativi e nella più efficiente distribuzione di alcune spese (trasporto, utenze, alimentazione, eccetera). Sotto questo profilo, si passa da poco meno di 1.800 euro per il nucleo monocomponente [ 132 ]
3. Per i consumi una ripresa selettiva a circa 650 pro capite per le famiglie più numerose: in altre parole, la persona che vive da sola spende quasi 3 volte in più rispetto a ciascun membro di una famiglia con 5 componenti. Per valutare più approfonditamente il fenomeno, è possibile mettere a rapporto per ogni area del consumo la spesa riferita a ciascun componente di una famiglia numerosa con quella sostenuta da un monocomponente. Il coefficiente che si ricava sintetizza l’intensità dei risparmi che discendono dalla convivenza nello stesso nucleo familiare: quanto più il quoziente è elevato, tanto più la spesa beneficia di economie che discendono dalla condivisione. Tra le dimensioni del consumo che sperimentano le maggiori economie di scala si segnalano la casa (e in particolare le spese per l’affitto, le utenze e le manutenzioni) e l’arredamento, con un valore rispettivamente pari a 4,1 e 3,3. Al contrario, le spese per l’istruzione (0,3) e l’abbigliamento (1,6) si caratterizzano per una più marcata progressione nel numero dei componenti a segnalare, come peraltro appare intuitivo, che in questi ambiti le possibilità di condivisione divengono residuali. L’alimentazione garantisce buoni risparmi ai nuclei più numerosi, anche grazie al ruolo qualificato esercitato dall’offerta: una persona che vive da sola spende in cibo e bevande quasi 280 euro al mese, mentre una famiglia di 5 componenti 674 euro, ovvero 134 euro a testa. Con un coefficiente pari a 2, in una famiglia numerosa, sfruttando soprattutto le economie nella preparazione dei cibo, la spesa si abbatte a circa la metà rispetto al caso di una persona sola. Un risultato che è anche figlio delle preferenze da parte dei single per prodotti a maggiore valore aggiunto, come i piatti pronti, e della maggiore incidenza degli sprechi, in particolare di prodotti deperibili. Un’altra classificazione lungo la quale è possibile esaminare il consumo è quella relativa alle tipologie familiari. La spesa cresce per buona parte dei tipi familiari, ad eccezione di quelli più esposti alla fragilità della ripresa in atto. Tra questi i valori più bassi di spesa si registrano tra le famiglie di cittadini non italiani (1.532 euro al mese), quelle il cui capo famiglia è in cerca di occupazione (1.782 euro al mese) e quelle di anziani che vivono soli (1.641 euro al mese). Unitamente all’ampiezza del nucleo familiare, le distanze negli esborsi sono in buona misura riconducibili alle diverse fasi della vita ed alla presenza di uno o più figli minori da accudire. Tra le famiglie monocomponente, ad esempio, è la classe 35-64 anni a mostrare la spesa più elevata (circa 2 mila euro al mese), rispettivamente 310 e 350 euro mensili in più degli under35 e degli over65. [ 133 ]
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Prefazione mancanza di una linea co
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Il 2016 si chiude con un andamento
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