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Symposium - AIC

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La natura intermedia di Eros: Pausania e Aristofane a confronto con Socrate<br />

Lucia Palpacelli<br />

Il fil rouge dell’analisi che propongo è costituito dalla parola µεταξύ e, quindi, dal concetto di<br />

intermedio che a me sembra essere una chiave di volta, attraverso la quale è possibile rileggere in<br />

controluce il discorso di Pausania, che pare anticipare quello di Socrate, e il discorso di Aristofane,<br />

che lo nega, anche se in modo del tutto funzionale all’esito del dialogo stesso.<br />

1. Le occorrenze di µεταξύ all’interno del Simposio<br />

Il primo dato su cui è interessante riflettere è proprio quello delle occorrenze della parola µεταξύ:<br />

attraverso uno screening dell’intero dialogo, condotto con l’ausilio del lessico informatizzato di<br />

Radice-Bombacigno 1 , risulta che µεταξύ compare nel Simposio 8 volte e le occorrenze sono tutte<br />

concentrate nel discorso di Socrate-Diotima (202 A 2; 202 A 8; 202 D 11; 202 D 13; 204 B 1; 204 B<br />

2), ad eccezione di una (214 E 10), in cui però µεταξύ non ha valore di intermedio e non è legato ad<br />

Eros, ma all’espressione verbale µεταξύ ἐπιλαβοῦ che significa «interrompere».<br />

Alla luce di questo risultato si può quindi affermare che il concetto di intermedio è, nella<br />

finzione scenica, un guadagno esclusivo di Socrate-Diotima, perché in nessun altro discorso questo<br />

termine compare.<br />

Del resto, questo dato è in linea con il fatto che l’intervento di Socrate si apre con una<br />

precisazione metodologica che preannuncia una diversa impostazione del suo discorso rispetto a<br />

quelli che lo hanno preceduto: cogliendo uno spunto di Agatone, infatti, il filosofo, osserva:<br />

Caro Agatone, a me sembra che tu abbia aperto bene il tuo discorso, dicendo che per prima cosa<br />

bisogna mostrare quale sia (τίς ἐστιν) Eros, poi le sue opere (τὰ ἔργα) (199 C 3-5) 2 .<br />

In questo modo, Platone avverte il lettore che tutti i discorsi precedenti – tranne quello di Agatone –<br />

sono viziati da un errore a monte 3 che, quindi, pregiudica anche il loro svolgimento e consente di<br />

affermare che «ogni personaggio che è intervenuto a parlare di Eros, prima di Diotima, ha messo in<br />

luce ciò che rientrava nelle sue competenze, ha permesso al ragionamento di procedere, inverando con<br />

le sue parole un aspetto dell’amore, ma non ne ha colto l’essenza» 4 .<br />

Se poi analizziamo i passi in questione, ci accorgiamo che Platone presenta il concetto di<br />

µεταξύ come risolutivo per individuare la natura di Eros.<br />

Socrate riconosce, infatti, che, di fronte alla sacerdotessa di Mantinea, anche lui sostenne ciò<br />

che ha sostenuto Agatone e cioè che Eros è un grande dio ed è amore delle cose belle, ma Diotima lo<br />

ha confutato affermando che<br />

Proprio sulla base del mio discorso, Eros non è né bello né buono (201 E 7).<br />

Di fronte a tale affermazione, Socrate replica:<br />

Che cosa dici, Diotima? Allora Eros è forse brutto e cattivo? (201 E 8-9).<br />

E Diotima gli impone di tacere:<br />

Sta’ zitto! Pensi forse che ciò che non è bello, sia necessariamente brutto?... E che ciò che non è<br />

sapiente sia ignorante? O non ti accorgi che c’è qualcosa di intermedio (τι µεταξύ) tra sapienza e<br />

ignoranza? (201 E 10 -202 A 3).<br />

1 R. Radice - R. Bombacigno, Plato. Lexicon. Con CD-ROM, Biblia, Milano 2003.<br />

2 La traduzione di tutti i passi citati è mia.<br />

3 «I cinque discorsi che precedono quello di Socrate costituiscono esempi di stile retorico e questo fornisce il primo punto di<br />

contrasto: come lo stesso filosofo, dopo l’esibizione di Agatone, dice subito, egli è interessato solo alla verità» (Il Simposio<br />

di Platone, Lectura Platonis 1, a cura di M. Migliori, Academia Verlag, Sankt Augustin 1998, p. 25). Sottolinea questo anche<br />

L. M. Segolini, Socrate a banchetto, Il Simposio di Platone e i Banchettanti di Aristofane, GEI. Gruppo Editoriale<br />

Internazionale, Roma 1994, pp. 63-64.<br />

4 G. Cappelletti, Simposio e Fedro. Variazioni strutturali del discorso d’amore, in La struttura del dialogo platonico, a cura di<br />

G. Casertano, Loffredo Editore, Napoli 2000, pp. 253-261, p. 256.

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