30.09.2013 Views

Symposium - AIC

Symposium - AIC

Symposium - AIC

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La medicina di Erissimaco: appunti per una cosmologia dialogica<br />

Silvio Marino<br />

Il discorso di Erissimaco nel Simposio è stato definito un pastiche, ed effettivamente risulta un<br />

insieme di spunti medici e filosofici che hanno come obiettivo l’elogio sia di Eros sia della medicina.<br />

Questo pastiche colpisce per il tentativo di tenere uniti il tema della discussione, l’amore, e il sapere<br />

medico di cui Erissimaco è esperto. Non si può del resto non considerare anche la particolare corrente<br />

medica che questo discorso sembra abbracciare, ovvero la scelta di una medicina di stampo<br />

physiologico, apertamente criticata in Antica medicina.<br />

Pur non potendo toccare molti degli innumerevoli spunti che questo brano offre al lettore,<br />

quanto vorrei qui sottolineare è la sua vicinanza con il trattato pseudo-ippocratico del Regime,<br />

soprattutto per quanto riguarda il primo libro. Cercherò di mostrare, seppur brevemente, quali sono i<br />

portati dell’incrocio tra questi due scritti e cosa possiamo supporre Platone stia proponendo qui<br />

attraverso il personaggio di Erissimaco.<br />

Il discorso in onore di Eros fatto dal medico presenta vari aspetti ed è una sorta di cosmologia<br />

erotica, in cui i due amori sono a fondamento di ogni realtà, da quelle complesse come l’uomo a<br />

quelle meno complesse come le piante e tutti gli enti, tutte le realtà esistenti 1 . Non solo; lo schema<br />

generale qui tracciato da Erissimaco contempla anche gli dèi e i rapporti tra gli dèi e gli uomini,<br />

ovvero tratta dell’armonia e della concordia che devono esistere tra uomini e dèi. Non si potrebbe<br />

avere una teoria più generale di questa.<br />

Ma il duplice amore, che funziona a livello macrocosmico, si ritrova anche all’interno stesso<br />

degli enti e ne determina la costituzione e i mutamenti. Ed è in questo ambito che viene enunciato il<br />

principio di funzionamento che regola le varie realtà, ovvero il principio di inclusione del simile e di<br />

esclusione del dissimile:<br />

La natura dei corpi, infatti, possiede questo duplice amore, in quanto la sanità del corpo e la malattia<br />

sono, per riconoscimento comune, diverse e dissimili, ma il dissimile desidera ed ama cose dissimili.<br />

Altro è, dunque, l’amore in ciò che è sano e altro in ciò che è malato. (tr. Cambiano) 2<br />

Il passo indica che ciò che è diverso è dissimile e pertanto due enti dissimili non possono amare le<br />

medesime cose o essere attratti da enti simili. Ciò che è sano desidera ciò che a lui è simile e ciò che è<br />

malato ciò che è malato, per una legge universale che è quella per la quale al simile si accompagna<br />

sempre il simile.<br />

La strutturazione del corpo umano, così come quella di tutte le realtà, non è neutra, ma opera<br />

uno slittamento di senso, a mio avviso, dal concetto di simile al concetto di opposto. Tale slittamento<br />

è determinato dalla divisione della realtà in due campi differenti e opposti, ovvero nei due campi del<br />

sano e del malato. Nel Gorgia si afferma esplicitamente questo principio:<br />

chi sta bene si trova nella condizione opposta di chi sta male, non ti pare?<br />

[…]<br />

Perciò, se sono due condizioni opposte, deve valere per esse ciò che vale per la salute e la malattia:<br />

ossia un uomo non può essere sano e malato contemporaneamente, e neppure può liberarsi<br />

contemporaneamente della salute e della malattia. (Gorg. 495e2-9; tr. Zanetto, lievemente<br />

modificata). 3<br />

Non si può essere sani e malati allo stesso tempo e non si può non essere contemporaneamente né in<br />

una condizione di salute né in una condizione di malattia: tertium non datur.<br />

1 Cfr. Symp. 186a3-b2: «ὅτι δὲ οὐ µόνον ἐστὶν ἐπὶ ταῖς ψυχαῖς τῶν ἀνθρώπων πρὸς τοὺς καλοὺς ἀλλὰ καὶ πρὸς ἄλλα πολλὰ<br />

καὶ ἐν τοῖς ἄλλοις, τοῖς τε σώµασι τῶν πάντων ζῴων καὶ τοῖς ἐν τῇ γῇ φυοµένοις καὶ ὡς ἔπος εἰπεῖν ἐν πᾶσι τοῖς οὖσι,<br />

καθεωρακέναι µοι δοκῶ ἐκ τῆς ἰατρικῆς, τῆς ἡµετέρας τέχνης, ὡς µέγας καὶ θαυµαστὸς καὶ ἐπὶ πᾶν ὁ θεὸς τείνει καὶ κατ'<br />

ἀνθρώπινα καὶ κατὰ θεῖα πράγµατα».<br />

2 Symp. 186b4-8: « ἡ γὰρ φύσις τῶν σωµάτων τὸν διπλοῦν Ἔρωτα τοῦτον ἔχει· τὸ γὰρ ὑγιὲς τοῦ σώµατος καὶ τὸ νοσοῦν<br />

ὁµολογουµένως ἕτερόν τε καὶ ἀνόµοιόν ἐστι, τὸ δὲ ἀνόµοιον ἀνοµοίων ἐπιθυµεῖ καὶ ἐρᾷ. ἄλλος µὲν οὖν ὁ ἐπὶ τῷ ὑγιεινῷ<br />

ἔρως, ἄλλος δὲ ὁ ἐπὶ τῷ νοσώδει.»<br />

3 Gorg. 495e2-9: « τοὺς εὖ πράττοντας τοῖς κακῶς πράττουσιν οὐ τοὐναντίον ἡγῇ πάθος πεπονθέναι; […] Ἆρ' οὖν, εἴπερ<br />

ἐναντία ἐστὶν ταῦτα ἀλλήλοις, ἀνάγκη περὶ αὐτῶν ἔχειν ὥσπερ περὶ ὑγιείας ἔχει καὶ νόσου; οὐ γὰρ ἅµα δήπου ὑγιαίνει τε καὶ<br />

νοσεῖ ὁ ἄνθρωπος, οὐδὲ ἅµα ἀπαλλάττεται ὑγιείας τε καὶ νόσου».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!