30.09.2013 Views

Symposium - AIC

Symposium - AIC

Symposium - AIC

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Arianna Fermani<br />

I due poli “morte”-“immortalità”, legati dal comune trait d’union rappresentato dall’ “amore”- in una<br />

triade dialettica che, come cercherò di mostrare nella parte che segue, rappresenta una delle strutture<br />

concettuali fondanti dell’opera- emergono, dunque, già all’inizio del dialogo, anche se in forma per<br />

così dire embrionale.<br />

Il tema della morte e del morire affiora, poi, anche se ad un altro livello, anche nel discorso di<br />

Aristofane. Qui la questione della morte viene associata all’aspirazione a diventare “una cosa sola”,<br />

ovvero a quell’insaziabile desiderio di fusione (ἐπιθυµοῦντες συµφῦναι: 191 A 8) che caratterizza gli<br />

amanti. Infatti è proprio a causa di questa ἐπιθυµία insopprimibile che, si racconta, gli amanti<br />

«morivano di fame e di inattività (ἀπέθνῃσκον ὑπὸ λιµοῦ καὶ τῆς... ἀργίας)» 23 .<br />

Il discorso di Aristofane 24 , presenta dunque una articolazione del rapporto fra amore e morte diversa<br />

rispetto al discorso di Fedro: nel racconto aristofanesco, infatti, gli amanti non scelgono di morire per<br />

il proprio amato, e la morte non si configura come l’esito di un atto eroico, non è l’espressione di<br />

forza o di coraggio (finalizzato in realtà, come spiegherà Diotima alla fine dell’opera, all’acquisizione<br />

di una gloria immortale 25 ), ma, esattamente al contrario, sopraggiunge per una forma di debolezza,<br />

cioè per l’incapacità di controllare l’impulso amoroso e di amministrare il desiderio.<br />

Ora, per un verso, come è ovvio e come emerge chiarissimamente anche dal mito, la morte<br />

rappresenta il contraltare della vita, ovvero ciò che le si oppone e che la nega. Quando, infatti, delle<br />

due metà dell’intero, una muore e una vive, quella che rimane in vita proietta il proprio desiderio<br />

verso un’altra metà, sia essa di sesso maschile sia di sesso femminile:<br />

«quando una metà moriva (ἀποθάνοι) e l’altra rimaneva in vita, questa rimasta cercava un’altra metà e<br />

si intrecciava con questa, sia che si imbattesse nella metà di una donna… sia che si imbattesse nella<br />

metà di un uomo. E in questo modo morivano (ἀπώλλυντο)» 26 .<br />

Ancora una volta, dunque, l’esito della fusione di due metà è rappresentato dalla morte e dalla<br />

distruzione: c’è infatti una “prima” morte al momento della separazione della metà originaria e una<br />

“seconda morte” al momento della formazione di un altro intero.<br />

Ma, se da un lato è vero che vita e morte si contrappongono, delineando due esiti irrimediabilmente<br />

opposti (come l’esperienza comune e le parole pronunciate da Socrate alla fine dell’Apologia<br />

attestano con una straordinaria icasticità: «è ormai venuta l’ora di andare: io a morire, e voi, invece, a<br />

vivere» 27 ), è però anche vero che nella potente immagine aristofanesca vita e morte si trovano a<br />

convivere. Dire, infatti, che l’intero è contemporaneamente costituito di due metà, di cui una è viva e<br />

l’altra è morta («una metà moriva e l’altra rimaneva in vita» 191 B 2), significa, fuori dal linguaggio<br />

mitico, che gli opposti sono chiamati a convivere e ad armonizzarsi proprio in virtù della loro<br />

contrapposizione. E significa anche che i due termini vita e morte danno reciprocamente senso l’uno<br />

all’altro: la morte esiste in quanto esiste la vita e viceversa, e i due termini si danno e si completano<br />

proprio in forza della loro opposizione. Ci troviamo insomma di fronte alla analoga movenza<br />

dialettica introdotta già nel discorso di Erissimaco 28 in cui, non a caso, viene esplicitamente citato il<br />

celebre frammento eracliteo: «l’Uno in sé discorde, con se medesimo s’accorda, come l’armonia<br />

dell’arco e della lira». In questa “opposizione armoniosa”, dunque, che costituisce il vero cuore del<br />

pensiero dialettico, risiede (così come -seppur a diverso titolo- mostrano i discorsi di Fedro e di<br />

Aristofane) uno degli snodi fondamentali del rapporto tra amore e morte.<br />

Inoltre, sempre nel mito narrato da Aristofane, emerge, a mio avviso, un’altra questione estremamente<br />

rilevante: la metà viva è spinta dall’amore e in virtù della morte della parte che precedentemente la<br />

completava, a dirigersi altrove, ovvero a cercare un’altra metà, segno che l’amore, da un certo punto<br />

di vista, trae origine dalla morte. Se dunque «con la morte di una metà, l’altra cercava e abbracciava<br />

qualunque metà potesse ricomporre la coppia originaria» 29 , questo significa che vita e morte si<br />

trovano, seppure in un modo del tutto particolare, a convivere.<br />

Ma in realtà vita e morte vengono ad intrecciarsi, nel medesimo discorso, anche ad un altro livello.<br />

L’amore, infatti, letto secondo il paradigma della “fusione degli amanti”, viene anche visto come ciò<br />

23 191 A 8-191 B 1.<br />

24 Sebbene anche questo discorso, al pari di quello di Fedro, sia considerato falso da Platone (cfr. 208 C-E; 205 D-E; su tutta<br />

la questione cfr. Migliori, Il Disordine ordinato, pp. 115 ss.), risultano a mio avviso interessanti le movenze teoriche che in<br />

essi vengono proposte e che troveranno conferma nel discorso di Diotima.<br />

25 «Credo proprio -soggiunse- che tutti facciano quello che fanno per la virtù immortale e per questa fama gloriosa, tanto più,<br />

quanto più valgono: infatti, essi amano l’immortalità (ἀθανάτου ἐρῶσιν)» (208 D 7-E 1).<br />

26 191 B 2-5.<br />

27 Apologia di Socrate, 42 A 2-3.<br />

28 «Egli fonda il suo concetto della concordia armoniosa sulla teoria eraclitea dei contrari… che, del resto, ha una notevole<br />

parte anche in altri elementi del pensiero medico del tempo» (Jaeger, Paideia, p. 1003).<br />

29 Santas, Platone e Freud, p. 35.<br />

222

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!