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Symposium - AIC

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Lucia Palpacelli<br />

Questa è la prima occorrenza del termine µεταξύ che si rivela come la chiave per uscire dalla strettoia<br />

dell’aut… aut..: Eros, infatti, non può dirsi né bello né buono, ma questo non significa che sia brutto e<br />

cattivo.<br />

Diotima conclude, affermando:<br />

Allora, non costringere ciò che non è bello ad essere brutto e ciò che non è buono ad essere cattivo.<br />

Lo stesso vale per eros: dal momento che tu concordi sul fatto che non sia né buono né bello, non<br />

pensare che debba essere brutto e cattivo, ma qualcosa di intermedio (τι µεταξύ) tra questi (202 B 1-<br />

5).<br />

La terza occorrenza del termine µεταξύ (la seconda ricorre infatti a 202 A 8, e definisce la retta<br />

opinione come intermedia tra sapienza e ignoranza) permette di vedere lo schema ternario entro cui<br />

Platone pone Eros:<br />

bello – intermedio (= Eros) – brutto; buono – intermedio (= Eros) – cattivo.<br />

Il fatto di riconoscere la natura mediana di Eros, consente anche di affermare che egli non è<br />

un dio, ma è un demone, intermedio tra mortale e immortale (quinta e sesta occorrenza):<br />

È qualcosa di intermedio tra mortale e immortale (µεταξὺ θνητοῦ καὶ ἀθανάτου)… un grande demone<br />

(δαίµων µέγας), infatti tutto ciò che è demonico è intermedio tra mortale e immortale (202 D 11- E 1);<br />

è figlio di Penia e di Poros, è filosofo, in quanto intermedio (settima occorrenza) tra sapienza e<br />

ignoranza (204 b 1-2).<br />

2. Il discorso di Pausania e di Aristofane a confronto con il discorso di Socrate<br />

Intrecciando tra loro i discorsi di Socrate, Pausania e Aristofane è possibile verificare che l’approdo<br />

costituito dal µεταξύ è preparato da Platone nei discorsi che precedono quello del filosofo, sia in<br />

positivo - tramite cioè, alcuni elementi che vengono ripresi dai discorsi del retore e del<br />

commediografo per essere corretti, posti in una più giusta prospettiva o meglio messi a fuoco – sia in<br />

negativo, attraverso vere e proprie prese di distanza.<br />

2.1. Pausania prepara il discorso di Socrate<br />

Ponendo in relazione il discorso di Socrate e quello di Pausania, si ha l’impressione che, nel discorso<br />

del retore, Platone cominci ad indicare al lettore la via di soluzione poi percorsa da Socrate, mettendo<br />

in bocca a Pausania le parole giuste in un contesto sbagliato, come il successivo discorso del filosofo<br />

chiarisce.<br />

Alla luce del discorso di Socrate, infatti, risulta che Pausania abbia sbagliato, innanzitutto, nel<br />

considerare gli erga di Eros prima della sua natura.<br />

La prima movenza del retore nel suo intervento è quella di distinguere due Eros, legati<br />

rispettivamente ad Afrodite Pandemia e ad Afrodite Urania (180 D-E), sulla base della considerazione<br />

per cui Eros non è cosa semplice e, come si è detto all’inizio, in sé e per sé (αὐτὸ αὑτό), né bella né<br />

brutta, ma è bella se viene fatta in modo bello e brutta se viene compiuta in modo brutto (183 D 4-6).<br />

Infatti, proprio all’inizio del suo discorso (181 A) Pausania aveva subito stabilito che il primo<br />

Eros, terreno, non è certo da lodare, bisogna, invece, elogiare il secondo, perché così come le azioni in<br />

se stesse non possono dirsi né belle né brutte, ma risultano tali in relazione al modo in cui vengono<br />

compiute (181 A 2-3), questo vale anche per l’Eros: non ogni Eros è bello e degno di lode, ma quello<br />

che ci spinge ad amare in modo bello (181 A 5-6).<br />

Come osserva Reale, «secondo Pausania, i valori non sono nelle cose, ma vengono dati alle<br />

cose: ogni azione in quanto tale non è né bella né brutta; ma risulta essere bella, se svolta in modo<br />

retto e armonico, mentre risulta essere brutta, se svolta in maniera opposta. In altri termini, non è<br />

l’azione in sé… ad avere un valore o un disvalore, bensì il modo in cui essa viene fatta. Dunque, è il<br />

modo in cui si fa un’azione che conferisce valore o disvalore all’azione stessa» 5 .<br />

Sicuramente quindi, l’errore metodologico porta Pausania già su una strada sbagliata, ma<br />

l’insistenza del retore sulla natura neutra dell’amore non può non richiamare la strada tracciata da<br />

Socrate per arrivare al concetto di intermedio, come definizione appropriata di Eros: come si è visto,<br />

infatti, a 201 E anche Diotima, correggendo Socrate, dichiara Eros né bello né necessariamente brutto,<br />

ma questo non implica uno sdoppiamento dell’Eros stesso in un Eros celeste e bello e in un Eros<br />

terreno e brutto, perché, così facendo, non si definisce comunque la sua natura. Infatti, Pausania è<br />

5 G. Reale, Eros demone mediatore. Il gioco delle maschere nel Simposio di Platone, Rizzoli, Milano 1997, pp. 68-69.<br />

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