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Symposium - AIC

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ABSTRACT<br />

Il ruolo e l'importanza della dimensione<br />

esperienziale ed empirica nel Simposio<br />

Maurizio Migliori<br />

Una visione che metafisicizzi alla seconda potenza i concetti cardine dell’impianto metafisico di<br />

Platone è portata a ignorare l’attenzione che il filosofo ha sempre per il concreto e l’empirico e quindi<br />

a rischiare di perdere l’unità della filosofia dell’Ateniese.<br />

Tale attenzione nel Simposio si manifesta a vari livelli:<br />

1. Troviamo una valorizzazione della dimensione sociale, a partire dal convito stesso e dalla<br />

cura con cui viene presentato e concluso, dalla natura dei presenti e da tanti altri elementi, ad esempio<br />

nell’intervento di Alcibiade.<br />

2. A livello filosofico, nei vari discorsi abbiamo molte affermazioni che dividono o unificano<br />

troppo i due piani, fisico e metafisico, e che vengono poi smentite o corrette. Per fare degli esempi, si<br />

pensi a come Diotima (208C-D) trascende la posizione di Fedro che descrive in termini solo umani e<br />

sociali la potenza di amore (178 C-180A); si pensi a come viene superata la posizione di Pausania che<br />

separa e contrappone le due Afroditi, mentre già Erissimaco sente il bisogno di ricollegare i due<br />

ambiti, cosa che trova il suo completamento nella trattazione di Diotima; si pensi alla visione mitica di<br />

Aristofane, che unifica in modo eccessivo i soggetti, cosa che viene poi smentita esplicitamente da<br />

Diotima (205D-E) in nome del bene.<br />

Gli esempi potrebbero moltiplicarsi: si tratta di ricostruire il sottile gioco di riferimenti e<br />

correzioni interne che Platone opera fin dalla prima parte del testo. Infatti, la contrapposizione tra il<br />

discorso vero di Socrate e quello non vero degli altri (198D-199B) non implica la loro falsità, dato il<br />

modello triadico esplicitato senza alcuna apparente ragione da Diotima, la quale sostiene che c’è<br />

qualcosa di intermedio fra sapienza ed ignoranza (201E-202A), affermando così che non è corretto<br />

lavorare in un quadro binario per concetti come sapere-non sapere, bello-brutto, buono-cattivo.<br />

3. Infine l’empiria ha un importante ruolo nella trattazione di Diotima, che parte sia<br />

dall’affermazione che tutti sono gravidi sia dalla naturale tendenza di un mortale a diventare<br />

immortale (207B-E); questa riguarda sia l’essere umano, sia il corpo, sia l’anima e le attività spirituali<br />

(208A-C). Nel processo ascensivo, che non è necessario ricondurre all’anamnesi ma che allude ai suoi<br />

concetti fondamentali, Diotima mette in gioco vari elementi empirici, in una connessione stretta anche<br />

perché i veri misteri sono «quelli perfetti e oggetto di iniziazione, in funzione dei quali sono anche i<br />

precedenti, se si procede correttamente» (210A1-2). Così si arriva a scorgere all’istante (210E4)<br />

quell’unica scienza, che ha per oggetto la bellezza, Idea divina (211E3) che porta l’essere umano<br />

stesso in una sfera divina e lo fa essere in qualche senso immortale.<br />

Dunque questo processo, svolto da sé o sotto la conduzione di una guida (211C) parte da dati<br />

elementari e via via per successive purificazioni, viste come necessari gradini, giunge ad una<br />

conoscenza improvvisa che ha natura diversa dal processo che l’ha resa possibile, un dato importante<br />

per il tema della conoscenza del Bene.

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