30.09.2013 Views

Symposium - AIC

Symposium - AIC

Symposium - AIC

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Piera De Piano<br />

e generano divisione, sono cause materne al di sopra degli enti derivati; le potenze che invece<br />

accolgono le realtà seconde e moltiplicano le loro attività e ne estendono la condizione inferiore sono<br />

anch’esse dette madri, ma sono al di sotto degli enti da essi generati. Allo stesso modo, tra i prodotti<br />

generati da tali principi causali, alcuni procedono da entrambi i principi in maniera unitaria e si<br />

completano presso entrambi i tipi di causa, altri sono posti in mezzo, al centro (ἐν µέσῳ) e conservano<br />

il legame con entrambi, trasferendo «i doni dei padri nei grembi materni e facendo rivolgere i<br />

ricettacoli di questi verso le cause primigenie perché le ricolmino» 31 . È così spiegata la nascita di<br />

Eros, generato da Poros e Penia, principio superiore il primo, principio inferiore il secondo: rispetto<br />

ad entrambi Eros demone si pone al centro perché nel suo essere legato ad entrambi i genitori esso è<br />

sintesi dell’uno nell’altro, è l’assenza di risorse che trova la risorsa, è la mancanza di espedienti che<br />

trova l’espediente, è il non essere che si fa essere nel riempire di sé di ciò che è mancante.<br />

La dialettica triadica della processione dell’essere racconta anche il genere di sapienza divina<br />

di cui parla Diotima in Simp. 204a1-3; Proclo lo spiega nel capitolo 23 del primo libro della Teologia<br />

Platonica a proposito dei tre attributi divini, la bellezza, la sapienza e la bontà desunti da Phaedr.<br />

246d8-e1:<br />

Io dico che secondo la Diotima del Simposio la natura del sapiente è colma del conoscibile, e non<br />

ricerca né insegue, bensì possiede l’intelligibile. […] La natura del sapiente è ricolma e non è<br />

bisognosa di nulla, e tutto ciò che vuole ha lì presente, e non è bramosa di nulla, ma è preposta al<br />

filosofo come desiderabile e appetibile 32 .<br />

È proprio dalla palinodia socratica che Proclo ricava la triade di ἀγαθόν, σοφὀν, καλόν, da lui posta al<br />

livello intelligibile dell’essere 33 . Nell’assetto teologico-metafisico del νοητόν, derivano da queste tre<br />

cause tre monadi: πίστις, ἀλήθεια ed ἔρως, Fede, Verità e Amore 34 che rappresentano di ciascuna<br />

causa l’elemento intermedio attraverso il quale le realtà inferiori da esse derivate possono<br />

ricongiungersi al loro principio: è necessario, infatti, che ci sia una determinata medietà (µεσότης)<br />

congenere a ciascun ente perché attraverso di essa quell’ente possa raggiungere la propria causa.<br />

L’elemento intermedio della Bellezza è l’amore. Infatti non sarebbe possibile porre l’amore né tra i<br />

primi esseri perché l’oggetto d’amore è al di sopra dell’amore, né tra gli ultimi enti perché l’amante<br />

partecipa dell’amore 35 .<br />

Dall’eros come principio causale, dunque dalla monade che ha sede nell’intelligibile, ha inizio<br />

la serie erotica degli dèi, che procede dal livello ineffabile dell’intelligibile a quello unificante,<br />

perfettivo e paterno dell’ordinamento intelligibile-intellettivo 36 , a quello poietico e assimilatore degli<br />

dèi ipercosmici 37 , fino a mostrarsi in maniera molteplice e divisa negli dèi encosmici 38 . Se al livello<br />

del νοητόν eros esiste solo κατ᾽ αἰτίαν, come principio causale, è lì dove intervengono l’unità e la<br />

divisione tra gli esseri che l’amore manifesta pienamente la sua natura di essere intermedio 39 . Nel<br />

Commento all’Alcibiade Primo, in cui si descrive il ritorno dell’anima a sé per mezzo della forza<br />

anagogica di eros 40 , Proclo stabilisce il modello della classe demonica proprio nella εἰροτικὴ σειρά,<br />

nella catena erotica degli dèi, quella che da una parte ha il compito di elevare le realtà inferiori fino<br />

alla divina Bellezza e dall’altra irradia su queste stesse realtà la luce divina che dalla Bellezza<br />

procede. «È necessario allora che questo dio sia posto al centro (ἐν µέσῳ) tra l’oggetto d’amore e gli<br />

amanti, e che sia inferiore al bello, ma superiore a tutto il resto», scrive Proclo 41 . La direzione<br />

epistrofica delle realtà seconde verso quelle di ordine primario si realizza pertanto intorno alla<br />

centralità dell’ordinamento erotico degli esseri divini, che trovano così in Eros, demone potentissimo,<br />

paradigmatica e quella efficiente della generazione del mondo.<br />

31 Procl. Theol. Plat. I, 28, p. 123, 4-6. La traduzione è di Abbate, lievemente modificata.<br />

32 Procl. ibi, I, 23, p. 105, 5-12.<br />

33 Una sua dettagliata presentazione si trova in Procl. Theol. Plat. I, 22-24, pp. 100, 17 – 109, 12 e III, 22, pp. 78, 15 – 81,<br />

20. Cfr. anche Dam. In Phaed. I, 41 ed. Westerink.<br />

34 Cfr. Procl. Theol. Plat. I, 2, p. 11, 13-21 e I, 25, pp. 109, 4 –113, 10. Proclo attinge tale triade dagli Oracoli caldaici, fr. 46<br />

Des Places.<br />

35 Cfr. Procl. In Alc. 51, 3-6.<br />

36 Sugli attributi degli dèi intelligibili-intellettivi cfr. Procl. El. Theol. 151, 57; 154; In Crat. XCVIII, 48, 1-4; CX, 63, 7-16;<br />

65, 3-7.<br />

37 Cfr. Procl. In Tim. II, 236, 27; 273, 16-19.<br />

38 Cfr. Procl. In Crat. CXXVIII, 75, 9-14; 19-21.<br />

39 «Poiché esso [scil. l’amore] è il legame (συνδετικός) degli esseri separati e l’unione (συναγωγός) di quelli che vengono<br />

dopo di lui con quegli enti che lo precedono, è colui che converte (ἐπιστρεπτικός) gli esseri di secondo rango verso quelli<br />

primari, che eleva (ἀναγωγός) e perfeziona (τελεσιουργός) gli esseri più imperfetti»: Procl. In Alc. 53, 5-8.<br />

40 Sull’interpretazione tardo neoplatonica del potere anagogico di eros cfr. Motta 2012.<br />

41 Procl. ibi, 51, 6-8.<br />

243

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!