Symposium - AIC

Piera De Piano
l’immagine più perspicua della loro medietà 42 .
Per aver sottoposto ad una capillare teologizzazione gli scritti del divino maestro, la tarda
scuola platonica si trovava di fronte alla necessità di colmare quel vuoto di cui persino ciò che è
perfetto ha bisogno per conservare la sua natura assolutamente separata e trascendente. Allo scopo di
colmare questo vuoto era stata elaborata una inusitata e labirintica proliferazione dei livelli ontologici,
che avrebbero potuto gradualmente salvaguardare la trascendenza della causa originaria e
l’appartenenza degli enti secondari alla causa primissima. Per dare dinamismo ad un sistema che
altrimenti sarebbe imploso nella sua eccessiva articolazione, Proclo ricorre con una prudenza,
potremmo dire, genialmente maniacale all’elemento intermedio, sia esso un dio, un demone, un eroe o
persino un poeta, ogni volta che è chiamato a descrivere la continuità di ciò che è separato, il legame
del tutto con se stesso.
Abbreviazioni bibliografiche
Abbate 2001 = M. Abbate, Dall’etimologia alla teologia: Proclo interprete del Cratilo, Casale
Monferrato 2001.
Abbate 2005 = Proclo, Teologia platonica, presentazione di W. Beierwaltes, introd. di G. Reale, trad.,
note e apparati di M. Abbate, Milano 2005.
Abbate 2008 = M. Abbate, Il divino tra unità e molteplicità. Saggio sulla Teologia Platonica di Proclo,
Alessandria 2008.
Alt 2000 = K. Alt, Der Daimon als Seelenführer: zur Vorstellung des persönlichen Schutzgeistes bei
den Griechen, «Hyperboreus», 6 (2000), pp. 219-252.
Beierwaltes 1965 = W. Beierwaltes, Proklos: Grundzüge seiner Metaphysik, Frankfurt am Main 1965.
Chantraine 1968 = P. Chantraine, Dictionnaire étymologique de la langue grecque, Paris 1968.
Chiaradonna 2002 = R. Chiaradonna, Sostanza movimento analogia. Plotino critico di Aristotele,
Napoli 2002.
Chiaradonna 2004 = R. Chiaradonna, Plotino e la teoria degli universali. Enn. VI, 3 [44], 9, in
Aristotele e i suoi esegeti neoplatonici. Logica e ontologia nelle interpretazioni greche e arabe,
Atti del Convegno internazionale, Roma 19-20 ottobre 2001, a cura di V. Celluprica - C.
D’Ancona, Napoli 2004, pp. 1-35.
De Piano 2013 = P. De Piano, Il Demiurgo, l’onomaturgo e l’artista nei capitoli LI-LIII dell’In
Cratylum di Proclo, «Logos. Rivista annuale del Dipartimento di filosofia A. Aliotta», 8
(2013), pp. 9-22 (in fase di elaborazione presso l’editore).
De Vita 2011 = M. C. De Vita, Sul demone di Socrate: l’esegesi neoplatonica, in Λόγον διδόναι. La
filosofia come esercizio del render ragione. Studi in onore di G. Casertano, a cura di L.
Palumbo, Loffredo 2011, pp. 841-863.
Di Pasquale Barbanti = M. Di Pasquale Barbanti, Il concetto di mediazione nella psicologia e nella
gnoseologia di Proclo, «Invigilata Lucernis», 23 (2001), pp. 55-81.
Ferrari 2003 = F. Ferrari, Causa paradigmatica e causa efficiente: il ruolo delle Idee nel Timeo,
in Plato Physicus, a cura di S. Maso e C. Natali, Amsterdam 2003, pp. 81-94.
Festugière 1969 = A. J. Festugière, L’ordre de lecture des dialogues de Platon aux Ve/VIe siècle,
«Museum Helveticum», 26 (1969), pp. 281-296.
Friedländer 1954 =P. Friedländer, Platon. Seinswahrheit und Lebenswirklichkeit, I-III, Berlin 1954 (I
ed. 1928-1930)
Giuliano 2005 = F. M. Giuliano, Platone e la poesia. Teoria della composizione e prassi della
ricezione, Sankt Augustin 2005.
Lévêque 1993 = Répartition et démocratie. A propos de la racine *da-, «Esprit», décembre 1993, pp.
34-39.
Motta 2012 = A. Motta, Eros ἀναγωγός e filosofia nell’esegesi tardo neoplatonica, in Eros e
Pulchritudo. Tra Antico e Moderno, a cura di L. Palumbo – V. Sorge, Napoli 2012, pp. 71-82.
Motte 1989 = A. Motte, La catégorie platonicienne du démonique, in Anges et démons. Actes du
colloque de Liège et de Louvain-la-Neuve, 25-26 novembre 1987, éd. par J. Ries, Louvain
1989, pp. 205-221.
Murray 1981 = P. Murray, Poetic inspiration in early Greece, «The Journal of Hellenic Studies», 101
(1981), pp. 87-100.
42 Cfr. Procl. ibi, 30, 15 – 31, 9. La serie erotica trova il suo παράδειγµα nei demoni poiché essa detiene tra gli dèi la
medesima medietà che ai demoni viene riconosciuta tra le realtà divine e quelle umane: «καὶ διὰ τοῦτο τῆς ὅλης τῶν
δαιµόνων τάξεως ἐν ἑαυτῇ τὸ παράδειγµα προεστήσατο, ταύτην ἐν τοῖς θεοῖς ἔχουσα τὴν µεσότητα ἣν οἱ δαίµονες τῶν τε
θείων µεταξὺ καὶ τῶν θνητῶν ἐκληρώσαντο πραγµάτων»: ibi, 31, 5-8.
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