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La trasmissione imperfetta - fasopo

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122 CAPITOLO TERZO<br />

Il rito thonga prevede poi una fase di aggregazione, definita da Junod come<br />

“la rottura del silenzio (Junod, 1962: 93). Da qui in poi il neo-adulto potrà<br />

parlare in pubblico. Tuttavia il rito vincola per sempre l‟individuo al<br />

mantenimento del silenzio rispetto al segreto costituente della sua nuova<br />

condizione. Questa formula ribadisce tuttavia un ulteriore concetto che è un<br />

filo conduttore per molti rituali africani. Il ruolo del segreto iniziatico è qui<br />

interpretato come in molti altri rituali africani come un‟espressione della<br />

convenzionalità di quest‟ultimo (<strong>La</strong> Fontaine, 1985). Il segreto decreta<br />

l‟accesso alla vita adulta; tuttavia esso è generalmente costituito da una<br />

formula che di per sé non rivela nulla su tale accesso, svelando così la<br />

convenzionalità del passaggio. In questo modo la dimensione<br />

“convenzionale dell‟essere adulti” appare evidente agli inziandi (Pennacini,<br />

1998; Remotti, 2005). I giovani attraverso il rito hanno conosciuto una<br />

rappresentazione della competizione e della violenza della vita sociale che<br />

dovranno affrontare. Il segreto consiste nel nascondere tale<br />

rappresentazione, il che permette di continuare a pensarla come una<br />

convenzione, un contratto. I giovani entrano a far parte della vita sociale<br />

accettandone le regole e pensando che esse sono convenzionali, non<br />

naturali. E‟ questa grande consapevolezza che permetterà loro di<br />

sopravvivere, muovendosi in quella fitta rete di serpenti che è una<br />

rappresentazione delle leggi e delle consuetudini. Leggi che vanno rispettate<br />

ma, come vedremo, anche in particolari occasioni, infrante.<br />

L‟interpretazione del rituale di circoncisione è anche rappresentativa<br />

di come i tembe si collocassero nel contesto regionale. E‟ interessante<br />

notare come la caccia, secondo le parole di Junod, «è l‟unica cosa utile di<br />

cui si parla nel rituale Ngoma» 127 (Junod, 1962: 89). <strong>La</strong> caccia, in<br />

particolare quella all‟elefante, inseriva la popolazione tembe in una<br />

complessa rete di commercio internazionale. Essa era già una attività non<br />

finalizzata solamente alla ricerca del cibo. Una formula pronunciata durante<br />

il rituale diceva infatti: «E‟ l‟elefante che permette di comprarci i vestiti<br />

(attraverso la vendita dei suoi denti); è lui quello che porta salute!» 128<br />

127 Traduzione mia da: «is the only usefull thing thaught in the Ngoma».<br />

128 Traduzione mia da: «Is the elephant, the one who provides clothing (by the sale of its<br />

teeth) the one who brings weath, it is he!».

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