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La trasmissione imperfetta - fasopo

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LA TRASMISSIONE DELLE CONOSCENZE 153<br />

l‟obiettivo di progettare un sistema razionale che tenesse in considerazione<br />

le ricerche riguardanti i “nativi”, al fine di connettere in modo sempre più<br />

funzionale il governo con i contesti locali, attraverso le scuole.<br />

L‟educazione durante l‟apartheid divenne in questo modo l‟emblema di<br />

come le politiche sociali potessero divenire strumenti finalizzati alla<br />

costruzione politica e al mantenimento di un ordine economico. Tutto<br />

questo confluirà in quella che verrà chiamata “Bantu Education”, un sistema<br />

esito della ricerca etnologica riguardante i “nativi” e della politica di<br />

separazione e di sfruttamento economico tipica del Novecento sudafricano.<br />

Una fotografia del sistema scolastico dedicato alle popolazioni nere,<br />

scattata nel 1926, avrebbe ritratto quasi tremila scuole sparse sul territorio,<br />

formalmente dirette da missioni religiose, e circa una settantina di scuole<br />

statali (Johnson, 1982: 217). L‟educazione delle popolazioni non bianche<br />

era quasi esclusivamente sotto il controllo delle missioni cristiane. Il<br />

controllo statale sull‟educazione dei nativi tuttavia cominciò ad essere, a<br />

partire dalla costituzione dell‟Unione Sudafricana, una priorità. Già negli<br />

anni Venti era percepibile una marcata biforcazione, riflesso della società<br />

più ampia, per quanto riguarda l‟accesso alle risorse educative. Il sistema<br />

scolastico dedicato ai bianchi assorbiva notevoli risorse economiche,<br />

permettendo l‟accesso gratuito ad alti livelli di istruzione. L‟educazione era<br />

dunque già uno specchio emblematico della società sudafricana:<br />

«l‟educazione del bambino bianco lo prepara per la vita in una società<br />

dominante e l‟educazione del bambino nero per la società subordinata» 159<br />

(Wilson, Thompson, 1975: 224).<br />

Negli anni Trenta l‟ideologia della separazione divenne sempre più<br />

un filo conduttore delle politiche nazionali. E il riflesso di ciò<br />

sull‟educazione fu altrettanto evidente. Nella recente letteratura scientifica<br />

molto peso è stato dato all‟opera di Eiselen, definito spesso come<br />

l‟architetto della educazione per i “bantu”, ovvero per i neri. Egli aveva<br />

compiuto approfonditi studi di antropologia, lingua e cultura africana in<br />

Sudafrica. Pur mantenendo, rispetto all‟opinione pubblica, una notevole<br />

sensibilità riguardante i rapporti tra “razze” diverse, egli aderì al progetto di<br />

159 Traduzione mia da: «the education of the White child prepares him for life in a dominant<br />

society and the education of the black child for a subordinate society».

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