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La trasmissione imperfetta - fasopo

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66 CAPITOLO SECONDO<br />

antropologici, delle armi che spesso hanno supportato direttamente o<br />

indirettamente l‟apartheid. E‟ interessante in primo luogo notare come la<br />

storia descritta dagli studiosi è stata, almeno fino agli anni Sessanta, periodo<br />

in cui anche in Sudafrica si sono affermate le teorie marxiste, caratterizzata<br />

da un eurocentrismo diffuso che portava a focalizzare l‟attenzione della<br />

ricerca sulle vicende delle popolazioni di origini europea, inglese e<br />

afrikaner. Questo rifletteva il clima culturale diffuso in Sudafrica per il<br />

quale, almeno fino agli anni Sessanta, pochissimi accademici erano<br />

interessati ad affrontare criticamente questo eurocentrismo (Dumini, Guest,<br />

1989: xix).<br />

Un primo tema da analizzare è la controversa teoria migratoria<br />

(Gluckman, 1940b: 25) secondo la quale le popolazioni denominate nguni,<br />

attualmente residenti nel territorio del KwaZulu-Natal, sarebbero giunte dal<br />

nord, in seguito ad una migrazione avvenuta nella seconda metà del<br />

Sedicesimo secolo. Pressoché tutta la storiografia riguardante l‟Africa<br />

meridionale è stata influenzata da questa teoria. Un esempio emblematico a<br />

questo riguardo è il lavoro di Bryant, missionario inglese attivo in Zululand<br />

tra Ottocento e Novecento, e inoltre titolare della cattedra di Bantu Studies<br />

presso la prestigiosa University of Witswatersrand di Johannesburg.<br />

Secondo Wright e Hamilton, «Bryant aveva deliberatamente evitato le<br />

congetture riguardanti il primo “vagabondaggio” di genti che sarebbero<br />

arrivate per abitare lo Zululand-Natal, ma quando scrisse gli articoli del<br />

1910-13 egli adottò senza riserve la teoria delle migrazioni» 66 (Wright,<br />

Hamilton, 1989: 56). Recenti ricerche di natura storica hanno infatti<br />

ampiamente dimostrato che «le società africane della regione non migrarono<br />

come rigide entità etniche, ma emersero localmente da comunità ancestrali<br />

che da tempo erano lì stabilite» 67 (Wright, Hamilton,1989: 56). <strong>La</strong> teoria<br />

migratoria ebbe tuttavia un evidente influsso tra gli accademici. Basti qui<br />

considerare la maggior parte degli antropologi che si sono occupati di<br />

popolazioni zulu hanno implicitamente, e spesso in modo acritico, adottato<br />

66 Traduzione mia da: «Bryant deliberately avoided conjecture about the early „wandering‟<br />

of the people who eventually came to inhabit Zululand-Natal, but, by the time he came to<br />

write the articles of 1910-13 he was wholeheartedly embracing the theory of migrations».<br />

67 Traduzione mia da: «the historically known African societies of the region did not<br />

„migrate‟ into it in fixed ethnic units, but emerged locally from long-established ancestral<br />

communities».

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