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La trasmissione imperfetta - fasopo

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INTRODUZIONE 11<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel 2005 ero stato introdotto a KwaMashabane, l‟area in cui ho<br />

svolto poi ricerche per molti anni, da una persona di qualche anno più<br />

giovane di me. Durante il mio primo soggiorno sul campo ero ospitato dalla<br />

famiglia di suo padre e dopo aver acquisito familiarità con i vari componenti<br />

dell‟aggregato domestico, essi mi identificarono scherzosamente come il<br />

fratello del giovane membro che mi aveva introdotto. I bambini, figli delle<br />

sue sorelle, furono i primi che iniziarono a chiamarmi umalume, ovvero zio<br />

materno, dandomi così un ruolo simbolico piuttosto preciso all‟interno del<br />

gruppo. Anche le persone con cui parlavo per svolgere le ricerche tendevano<br />

ad associarmi al gruppo domestico nel quale risiedevo e spesso intuivo che<br />

la responsabilità delle mie azioni sarebbe ricaduta sul giovane che mi aveva<br />

introdotto alle autorità del villaggio, ma soprattutto su suo padre. Quello di<br />

cui non mi accorsi durante quell‟indagine è che ero considerato come un<br />

ragazzo, umfana, una categoria che è diventata poi il tema del presente<br />

lavoro.<br />

Quando tornai a KwaMashabane nel 2008, il giovane che mi ospitò<br />

in passato, aveva trovato un lavoro come insegnante. Disponeva dunque di

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