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La trasmissione imperfetta - fasopo

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UN‟ESPLORAZIONE DELL‟IMMAGINARIO 259<br />

risposta, se non entusiastica, almeno interessata. Quello che percepii fu<br />

invece una certa perplessità. Nessuno di loro aveva mai pensato di filmare,<br />

di utilizzare la videocamera attivamente. Quello che avevano pensato<br />

immaginando quell‟incontro era che io avrei filmato loro mentre svolgevano<br />

alcune attività performative come il canto, la danza o la recitazione, con le<br />

quali essi avevano una certa consuetudine. Le motivazioni di questa scelta<br />

tuttavia faticavano ad essere espresse. Molti citarono la timidezza, altri<br />

dissero che io proponevo una cosa irrealizzabile. Un giovane tuttavia<br />

espresse un‟idea che successivamente si è dimostrata la ragione principale<br />

della loro reazione: essa riguarda l‟impossibilità di parlare attraverso il<br />

video. Egli disse: “Sono povero e non ho soldi; non posso fare o dire tutto<br />

ciò che voglio. E se anche potessi la gente potrebbe essere molto gelosa di<br />

questo”.<br />

E‟ interessante come dunque il video venisse, seppur non da tutti i<br />

presenti, percepito come un potenziale mezzo di espressione. Ed, in linea<br />

con le analisi già sviluppate, il giovane che è stato citato esprimeva la<br />

propria impossibilità di esprimere delle proprie opinioni. Il video, proprio<br />

per sua potenzialità di essere riprodotto ovunque era percepito come un<br />

“posto a sedere” troppo prestigioso per i giovani con cui avevo a che fare.<br />

Essi si sentivano molto in difficoltà a filmare direttamente o ad utilizzare la<br />

macchina da presa per tentare di esprimere le proprie opinioni. L‟ipotesi<br />

iniziale di insegnare loro a filmare alcuni aspetti del luogo in cui vivevano<br />

subì quindi una battuta d‟arresto. In particolare notai una reazione<br />

particolarmente forte alle mie parole “potete pensare con la vostra mente a<br />

quello che volete filmare”. Forse per la prima volta pensavo che questo<br />

obiettivo, che in ambito pedagogico diviene spesso un imperativo, non era la<br />

strategia migliore da proporre a questi giovani.<br />

Negli incontri successivi, durante i quali il numero dei partecipanti si<br />

ridusse da cinquanta a dieci circa, ci fu modo di negoziare il lavoro da<br />

svolgere. Il progetto evolvette quindi in due direzioni. <strong>La</strong> prima consisteva<br />

nella produzione da parte di alcuni giovani di piccole clip che descrivessero<br />

aspetti della loro vita. <strong>La</strong> seconda consisteva nella trasposizione di un<br />

racconto da loro proposto in una breve fiction, che io sarei andato a filmare.<br />

Nei mesi successivi osservai che mentre la partecipazione al primo gruppo<br />

fu scarsa e spesso molto faticosa, il secondo progetto vide un entusiastico

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