14.06.2013 Views

La trasmissione imperfetta - fasopo

La trasmissione imperfetta - fasopo

La trasmissione imperfetta - fasopo

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

242 CAPITOLO QUINTO<br />

isiko è traducibile con cultura ma anche con segno, incisione e imitazione.<br />

impilo è traducibile invece con “vita” e dal mio interlocutore era usato per<br />

indicare la dimensione “vissuta” della cultura. In quest‟ultima rientrano<br />

anche gli oggetti che si discostano parzialmente da quelli legati al passato.<br />

<strong>La</strong> cultura diventa così qualcosa di connesso con la vita dei propri antenati<br />

ma, nel momento in cui viene agita, necessariamente sembra includere<br />

novità e trasformazione.<br />

Ricordo che durante quella discussione altre persone a noi vicine si<br />

accingevano ad arrostire della carne. Credo che difficilmente abbia mai<br />

incontrato delle persone più golose della carne arrostita. E questo dato è<br />

piuttosto ricorrente nelle fonti che riguardano la popolazione zulu. Fin dalle<br />

fonti più antiche è possibile rilevare come la carne, specialmente quella<br />

bovina, sia il cibo più importante e ricercato. Per questo in coincidenza di<br />

momenti importanti, come cerimonie religiose e non, è piuttosto comune<br />

che si uccida un animale, e che le sue carni vengano consumate sul<br />

momento. L‟atto di arrostire la carne, in isiZulu comunemente si definisce<br />

con shisa imnyama, ovvero “brucia/arrostisci la carne”. Spesso tuttavia esso<br />

veniva definito con il termine braai che in lingua afrikaans significa<br />

barbecue. E‟ dunque interessante rilevare come determinate pratiche, anche<br />

se a livello storico affondano le proprie radici ad un passato molto remoto,<br />

vengano ricollocate in altri tipi di narrazioni. Nel caso descritto la pratica di<br />

arrostire la carne veniva definita come un‟usanza “sudafricana”, che<br />

accomunava tutte le culture, bianche, nere o indiane che siano.<br />

Evidentemente questo non risulta particolarmente realistico, ma è tuttavia<br />

interessante notare come una narrazione chiaramente legata ad una retorica<br />

di costruzione della nazione sia utilizzata per risemantizzare pratiche molto<br />

antiche per la società locale.<br />

In questo tipo di operazioni, come per altre già descritte in questo<br />

lavoro, è possibile affermare che le fasce giovanili della popolazione sono in<br />

una condizione molto agevolata per quanto riguarda la ricettività rispetto<br />

alle novità. Indagare tali processi implica un‟esplorazione di quello che non<br />

è – o non è ancora – definibile come cultura. Ritornando alla domanda che<br />

ponevo al giovane studente sembra ora che attraverso l‟immaginario sia<br />

possibile sviluppare ulteriori analisi. L‟espulsione del cellulare e di altri<br />

oggetti dalla sfera che riguarda quello che lui definisce come cultura, non

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!