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La trasmissione imperfetta - fasopo

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ANTROPOLOGIA DEI GIOVANI 33<br />

maggior parte dei riti di passaggio che sono stati studiati dagli antropologi<br />

sono nelle mani dei membri adulti della comunità» 16 (Bucholtz, 2002: 529).<br />

Infatti, nonostante l‟idea di mutamento sociale sia presente fin nelle<br />

opere dei precursori della scuola struttural-funzionalista, e qui in particolare<br />

il pensiero va a Max Gluckman (1940a), il tema dei giovani in tali opere<br />

non viene praticamente toccato. Tuttavia l‟attenzione verso la struttura<br />

sociale, che caratterizzava l‟impostazione teorica degli etnologi in<br />

questione, permise di analizzare il ruolo della gioventù da un punto di vista<br />

poco esplorato. In Evans-Pritchard (1940) troviamo una minuziosa<br />

descrizione delle classi di età, ovvero le suddivisioni sociali costruite<br />

intorno allo sviluppo fisico e biologico di un individuo. Tali suddivisioni<br />

conducono ad una particolare attenzione alle “soglie”, ovvero a quei<br />

momenti chiave in cui un individuo compie il “passaggio” da una classe di<br />

età all‟altra. E‟ interessante qui riportare una affermazione di Evans-<br />

Pritchard: «Nel cercare di capire in che modo l‟appartenenza ad una classe<br />

d‟età determini il comportamento, dobbiamo prima renderci conto che non<br />

c‟è un‟educazione apposita o una formazione morale nella procedura di<br />

iniziazione» (Evans-Pritchard, 1940: 329).<br />

E‟ emblematico dunque, come l‟attenzione alla struttura e alla<br />

funzione dei gruppi sociali e degli individui abbia distolto l‟attenzione di<br />

una generazione di studiosi dal tema della trasformazione morale<br />

dell‟individuo. E‟ interessante qui notare che invece tale tema è emerso<br />

precocemente là dove non sono stati rilevati rituali precisi, finalizzati a<br />

marcare il passaggio tra fasi della vita diverse. Fortes, uno dei primi<br />

antropologi struttural-funzionalisti a riflettere sul tema dell‟educazione<br />

riporta infatti che «I Tallensi non praticano elaborati rituali di transizione<br />

per evidenziare il passaggio da una fase all‟altra della crescita» 17 (Fortes,<br />

1938: 33). Tale assenza tuttavia conduce ad una corposa riflessione sul tema<br />

dell‟educazione che viene descritta come un oggetto molto presente nelle<br />

discussioni e nelle conversazioni che Fortes ascolta tra i Tallensi (Fortes,<br />

1938: 22).<br />

16 Traduzione mia da: «most rites of passage that have been studied by anthropologists are<br />

in the hands of adult members of community».<br />

17 Traduzione mia da: «The Tallensi have no elaborate transition rites to mark the passage<br />

from one stage of growth to another.»

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