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La trasmissione imperfetta - fasopo

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UN‟ESPLORAZIONE DELL‟IMMAGINARIO 253<br />

televisione e se talvolta può essere ovviato con dei generatori a petrolio, la<br />

maggior parte degli aggregati domestici tende a non potersi permettere<br />

questo strumento. E‟ qui interessante rilevare ad esempio come i giovani<br />

con cui ho avuto relazioni in un primo momento abbiano praticamente tutti<br />

dichiarato di possedere un televisore. Successivamente, visitando le loro<br />

case notai, che solo alcuni di loro avevano piccoli televisori ma comunque<br />

non disponevano di un allacciamento alla corrente elettrica. Parlandone,<br />

scoprii che essi si riferivano non al possesso ma semplicemente all‟accesso.<br />

Molti di loro avevano esperienza di alcuni programmi televisivi trasmessi e<br />

a questi accedevano visitando persone che avevano un televisore in casa. <strong>La</strong><br />

televisione rimane un oggetto molto particolare il cui accesso è sempre<br />

denotato da una certa dose di eccezionalità.<br />

Il panorama dei media a KwaMashabane, rispetto a quella che è la<br />

comune rappresentazione di un‟area rurale sudafricana, risulta molto<br />

complesso e variegato. Giornali, trasmissioni radiofoniche e televisive<br />

contribuiscono a creare delle immagini del contesto locale e di quello che<br />

invece viene collocato al di fuori di esso. Ritornando al tema della gioventù,<br />

è necessario fare alcune considerazioni. Un dato importante riguarda<br />

l‟attrazione che potevo rilevare tra molti giovani maschi per tutto quello che<br />

era considerabile come una novità. X., un ragazzo di diciotto anni ripeteva<br />

spesso, quando la discussione verteva sul tema delle ragazze che lui “non<br />

voleva sposare una ragazza locale, ma solamente una bianca o<br />

un‟indiana” 233 . Allo stesso modo mi stupivano i vari, spesso molto<br />

eccentrici, tagli di capelli che osservavo in StG. Immancabilmente alla mia<br />

domanda di chi avesse preso come modello mi rispondeva “è un taglio<br />

nuovo, viene da Jo‟burg”. Questi sono solamente alcuni esempi che<br />

suggeriscono come lo sguardo verso ciò che è considerabile come lontano<br />

sia stato un leit motiv di molte discussioni tra giovani.<br />

<strong>La</strong> televisione, comunemente definita attraverso il termine inglese<br />

“television” in lingua isizulu è chiamata “umabonakude”, che significa<br />

“vedere qualcosa che è lontano”. Essa permette di vedere degli altrove 234 ,<br />

233 X. Faceva questa affermazione senza mai aver interagito con ragazze bianche o indiane.<br />

234 Potrebbe essere interessante analizzare la genesi di questo concetto. Tele-visione infatti<br />

trova la sua etimologia nel greco; anche qui il significato è vedere a distanza.

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