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La trasmissione imperfetta - fasopo

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24 CAPITOLO PRIMO<br />

istituzionalizzazione di spazi sociali in cui collocare i giovani. I fondamenti<br />

di quello “spettacolo”, che Mead definiva di una giovane generazione<br />

sempre più divergente, hanno radici molto profonde, affondate in modo<br />

evidente nella storia europea.<br />

<strong>La</strong> seconda analisi che verrà qui proposta si basa su alcune<br />

definizioni, riconducibili all‟ambito psico-pedagogico. Giovane e infante<br />

sono infatti categorie sfumate, a volte contrapponibili, altre volte<br />

parzialmente sovrapponibili. Infanzia è il termine che descrive le prime fasi<br />

della vita di un essere umano. Il significato etimologico di questo vocabolo<br />

è il “non essere in grado di parlare”. “Infanzia” è tuttavia generalmente<br />

usato per descrivere i primi sei anni di vita, caratterizzati da uno sviluppo<br />

biologico imponente e da una progressiva affermazione di “personalità”<br />

(Bertolini, 1996: 264-265). In contrapposizione all‟infanzia troviamo il<br />

termine “adulto”, il quale descrive colui che «ha raggiunto la maturità<br />

morfologica (a livello fisico e psichico) e funzionale» (Pellezzo, Malizia,<br />

Nanni, 2008: 38). Adulto è quindi un termine contrassegnato da caratteri<br />

come la completezza fisica e psichica, e l‟adeguatezza funzionale, entrambe<br />

necessarie per la sopravvivenza. Senza negare le trasformazioni e i<br />

mutamenti che avvengono nell‟età adulta (Bertolini, 1996: 8-9) è indubbio<br />

essa sia caratterizzata più rigidamente in contrapposizione all‟infanzia o alla<br />

giovinezza. Il corpo e la persona dell‟adulto, almeno nel nostro immaginario<br />

sono infatti spesso percepiti come “completi”, carattere a cui si accede dopo<br />

una trasformazione che si svolge nelle fasi precedenti della vita (Rogers,<br />

1970).<br />

Tra queste due ipotetiche fasi, che sono state brevemente descritte, si<br />

colloca l‟oggetto di analisi di questo lavoro. E‟ interessante osservare, come<br />

seguendo le definizioni che vengono proposte la “giovinezza” appaia come<br />

un termine denso di incertezza e spesso polisemico. Essa si caratterizza «da<br />

un lato con l‟avvenuta maturazione sessuale e dall‟altro con la<br />

stabilizzazione progressiva, sia della vita interiore del soggetto, sia del suo<br />

aspetto esteriore» (Bertolini, 1996: 228). Altrove, troviamo che i termini<br />

giovane e gioventù: «Nel linguaggio comune […] indicano una fase di<br />

transizione interposta tra l‟infanzia e l‟età adulta» (Pellezzo, Malizia, Nanni,<br />

2008: 523). Secondo queste definizioni, l‟esistenza dei giovani si configura

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