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La trasmissione imperfetta - fasopo

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34 CAPITOLO PRIMO<br />

Un‟analisi dei rituali di passaggio secondo una chiave più vicina a<br />

quella educativa, apparirà negli anni Sessanta, nelle pagine scritte da Victor<br />

Turner. L‟analisi del Mukanda, il rituale di iniziazione maschile ndembu, è<br />

denso di riferimenti ai temi qui trattati. Esso è letto da Turner come un<br />

modo «per ristabilire uno stato di equilibrio dinamico, tra componenti<br />

strutturali cruciali di una parte della società ndembu, che è stato disturbato<br />

dalla crescita di una grande quantità di ragazzi» (Turner, 1967: 314). Il<br />

ruolo dei ragazzi è dunque interpretato come una fonte di disordine, causata<br />

dalla loro ambiguità e impurità, e dal loro „ciondolare‟, tra contesti sociali<br />

che dovrebbero essere distinti, come ad esempio la cucina delle donne e gli<br />

ambiti riservati agli uomini. E il rituale serve qui a ribadire una differenza.<br />

Esso è un processo educativo tout court dove i giovani vengono istruiti,<br />

purificati e poi reinseriti nella società dove, dopo il rituale, saranno<br />

considerati come degli uomini adulti, con nuovi obblighi e doveri. Questi<br />

frammenti di analisi sono interessanti qui per evidenziare come, in ambito<br />

struttural-funzionalista, l‟attenzione alla trasformazione sia stata indirizzata<br />

alla soglia, al passaggio. In esso si condensavano le istanze educative e<br />

morali funzionali alla creazione dell‟adulto. L‟educazione è interpretata, in<br />

ambito struttural-funzionalista, come un processo di riproduzione sociale,<br />

funzionale alla conservazione del sistema socio culturale.<br />

Il versante francese dell‟antropologia europea ha forse dato<br />

maggiore attenzione all‟ambito giovanile, rispetto a quello inglese. Tuttavia<br />

anche qui non si è costituito come un filone indipendente di ricerca.<br />

L‟interesse della produzione francese risiede nel fatto che sia stato un<br />

antropologo visivo a sottolineare il tema. E‟ evidente infatti come nell‟opera<br />

di Jean Rouch, uno dei pionieri dell‟antropologia visiva, sia presente una<br />

attenzione particolare agli aspetti della vita dei giovani. Egli analizza in più<br />

di una delle sue opere i percorsi migratori di giovani uomini, dal Niger al<br />

Ghana prima (Rouch, 1958) e poi dal Niger alla Francia (Rouch, 1971).<br />

Questi lavori sono interessanti per due ragioni. In primo luogo l‟immagine<br />

che Rouch restituisce della gioventù permette di decostruire parzialmente<br />

quella proposta dallo struttural-funzionalismo 18 . In Moi, un noir (1958) ad<br />

18 In Francia nella prima metà degli anni Cinquanta, Balandier pubblicava Sociologie<br />

actuelle de l‟Afrique noire (1955), in cui analizzava due società africane, focalizzando la

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