La trasmissione imperfetta - fasopo

154 CAPITOLO TERZO
separazione o di convivenza separata che era alla base dell‟ideologia
dell‟apartheid. Essa, rispetto all‟educazione, partiva dalla constatazione che
«giovani, adolescenti e bambini neri sono per quanto riguarda
“l‟educabilità” quattro o cinque anni indietro rispetto ai loro coetanei
bianchi» 160 (Kros, 2002: 56). Ciò sarebbe stata l‟esito non di una condizione
strutturale di inferiorità, ma conseguenza del contatto delle popolazioni nere
con il mondo bianco. Rimediare alla corruzione implicita a tale contatto era
possibile solo attraverso la separazione e la creazione di programmi
educativi differenti che tenessero conto delle differenze culturali. Gli studi
della così definita Eiselen Commission trovarono una definitiva
applicazione nel 1948 con la schiacciante vittoria elettorale del National
Party. Per comprendere l‟asprezza della retorica politica che era praticata
negli anni successivi al 1948, è utile qui riportare qualche frammento di un
discorso tenuto nel 1954, dal presidente Verwoerd, in cui il tema era
l‟educazione bantu:
La linea seguita dal mio Dipartimento indica che l‟Educazione Bantu
deve avere le sue radici esclusivamente nell‟ambiente delle comunità
native. Questa Educazione Bantu deve essere in grado di permettere
una completa espressione dei nativi ed è questo il reale servizio che
dovrà fornire. Il Bantu deve essere guidato in modo che possa servire
la propria comunità con rispetto. Non c‟è posto per lui nella comunità
europea, al di sopra di alcune forme di lavoro. All‟interno della
propria comunità, comunque, tutte le porte sono a lui aperte. Per
questa ragione non ha alcun bisogno di ricevere un‟educazione il cui
scopo è l‟assorbimento nella comunità europea, nella quale egli non
potrà essere e non sarà mai assorbito 161 (citato in Malherbe, 1977:
546).
160 Traduzione mia da: «young adolescent black children were from four to five years
inferior to their white counterparts in “educability”».
161 Traduzione mia da: «It is the policy of my Department that Bantu education should have
its roots entirely in the native areas and in the native environment and in the native
community. This Bantu education must be able to give itself complete expression and there
it will have to perform its real service. The Bantu must be guided to serve his own
community in all respects. There is no place for him in the European community above the
level of certain forms of labour. Within his own community, however, all doors are open.
For that reason it is of no avail for him receive a training which has its aim absorption into
the European community, while he can not and will not be absorbed here»