La trasmissione imperfetta - fasopo

258 CAPITOLO QUINTO
documentare la società di KwaMashabane mi era stata suggerita da alcuni
dei miei più vicini interlocutori che, con il tempo, è stata da me rielaborata.
La mia iniziale proposta fu dunque di organizzare degli incontri per
insegnare ad alcuni giovani residenti a KwaMashabane ad usare la macchina
da presa. Cercai di strutturare un piccolo percorso didattico il cui fine era la
realizzazione di brevi clip video. Il processo produttivo, al fine di
semplificare il più possibile il lavoro, fu scomposto in tre fasi principali. La
prima riguardava la formulazione di un‟idea sulla quale lavorare, un
soggetto. In questo cercai di stimolare i giovani a rappresentare qualche
aspetto della loro vita oppure di quella delle persone residenti a
KwaMashabane. La seconda fase del lavoro comprendeva invece la
realizzazione delle riprese, per le quali lasciai massima libertà ai miei
interlocutori, fatto salvo per alcune indicazioni iniziali. La terza fase
riguardava invece il montaggio ed il confezionamento di un video. Questa
comportava le maggiori difficoltà tecniche, legate più che altro
all‟analfabetismo informatico e alla necessità di utilizzare un computer per
l‟operazione.
Alla riunione iniziale, in cui presentai, il progetto parteciparono circa
una cinquantina di giovani. Molti di loro erano stati avvertiti tramite alcuni
insegnanti della secondary school, ma la maggior parte era giunta tramite il
passaparola. La loro età era compresa tra i dieci e i trent‟anni e la quasi
totalità di loro erano ancora studenti. Il numero di ragazzi era leggermente
superiore a quello delle ragazze, ma è interessante notare come quest‟ultime
fossero leggermente più giovani. Già durante questi primi incontri,
utilizzavo la macchina da presa, fissata ad un cavalletto per introdurre il
mezzo ed eventualmente documentare quello che succedeva. Era
interessante osservare come essa catalizzava l'attenzione dei presenti. Essa
sembrava divenire un oggetto che era importante possedere anche solo per
qualche momento. Un'immagine che rimase impressa nella mia mente era di
un ragazzo, intorno ai 15 anni, che utilizzava il cavalletto allo stesso modo
di come, durante le manifestazioni politiche o i rituali i leader maneggiano
le loro bacchette, simboli di potere politico e di forza.
Dopo una descrizione delle mie intenzioni cercai di raccogliere dei
pareri da parte dei presenti stimolando la loro partecipazione. Considerando
come il progetto si era strutturato nella mia mente, mi aspettavo una