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La trasmissione imperfetta - fasopo

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UN‟ESPLORAZIONE DELL‟IMMAGINARIO 243<br />

comporta assolutamente una negazione dell‟importanza di questo oggetto.<br />

Osservando i giovani e discutendo con loro è facile infatti osservare come il<br />

telefono mobile abbia molti significati e sia un oggetto rilevante per la vita<br />

sociale. Anche se i giovani generalmente non disponevano soldi sufficienti<br />

per acquistare del credito per telefonare o per mandare dei messaggi,<br />

quell‟apparecchio permetteva loro di essere rintracciabili, di essere<br />

eventualmente, per usare le parole di un ragazzo, «parte del gioco». In<br />

questo senso il cellulare diventa un oggetto carico di significati simbolici,<br />

come una chiave per accedere alla vita sociale.<br />

Esplorare l‟immaginario giovanile significa qui comprendere come<br />

le narrazioni, le immagini o le rappresentazioni che riguardano la società<br />

inglobino nuove immagini o oggetti che sono estranei al reame della cultura,<br />

così come a KwaMashabane essa è intesa. Questa operazione è illuminante<br />

per comprendere le strategie dei giovani e come essi costantemente mediano<br />

tra un immaginario sempre più ampio al quale attingere e una porzione<br />

minima di esso che è riconosciuta e quindi utilizzabile. Per questa<br />

operazione l‟attenzione sarà riposta sullo strumento che, sia a livello<br />

transnazionale che a livello locale costituisce nella contemporaneità il più<br />

potente veicolo di immagini e narrazioni, ovvero l‟audiovisivo.<br />

2. FILMARE L’IMMAGINARIO<br />

Uno dei primi documenti audiovisivi che riguarda gli Zulu è stato<br />

realizzato da un‟equipe italiana. Nel 1929, il regista Attilio Gatti, in<br />

collaborazione con l‟antropologo Lidio Cipriani, realizza il film “Siliva<br />

Zulu” che racconta una storia d‟amore e guerra girata in un villaggio dello<br />

Zululand rurale (Fig. 12). Il film, realizzato con attori non professionisti,<br />

offre una rappresentazione della popolazione zulu in cui il modello familiare<br />

italiano e le sue dinamiche sono usate come base per una storia interpretata<br />

da attori non professionisti. <strong>La</strong> rappresentazione in questo caso è pensata per<br />

divertire il pubblico italiano e offre una versione totalmente “colonizzata”

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