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La trasmissione imperfetta - fasopo

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UN‟ESPLORAZIONE DELL‟IMMAGINARIO 237<br />

come un particolare sistema di simboli, immagini e narrazioni che viene<br />

adottato da un singolo gruppo sociale, l‟immaginario è considerabile come<br />

un bacino dal quale le persone possono attingere per costruire quei sistemi<br />

di simboli che regolano la società 219 . Ad esempio è interessante analizzare<br />

come alcune immagini, forse il materiale per eccellenza che compone<br />

l‟immaginario, permeano nella vita sociale di un contesto. L‟esempio dei<br />

sogni ben mostra come alcune immagini risultino degli strumenti<br />

particolarmente efficaci per il perseguimento di un fine, proprio grazie alla<br />

loro accettazione da parte di un gruppo. Il sogno inoltre è un oggetto<br />

emblematico in quanto si inscrive in quel rapporto di ambiguità tra realtà e<br />

finzione che è caratteristico dell‟immaginario. Gli oggetti dell‟immaginario,<br />

immagini e narrazioni, «possono giungere a costruire veri e propri universi<br />

fittizi, cosmologie e mondi immaginari o addirittura utopie di cambiamento<br />

sociale» (Pennacini, 2010). Costruzioni o rappresentazioni che possono<br />

anche avere un fortissimo impatto sulla realtà sociale.<br />

Per indagare sul ruolo dell‟immaginario nella vita quoditiana dei<br />

giovani cercai prima di comprendere il significato di un concetto molto<br />

ridondante nella retorica usata quotidianamente, ovvero quello di cultura.<br />

Questo emerse per la prima volta durante una delle lezioni per gli studenti<br />

della secondary school a cui partecipai, durante la quale l‟insegnante<br />

affrontò il tema della cultura. In quell‟occasione ero presente non solo come<br />

ricercatore, ma anche come un potenziale esperto del tema e l‟obiettivo che<br />

io mi prefiggevo era stimolare la discussione tra gli studenti e raccogliere<br />

tracce del dibattito che ne sarebbe derivato. Nelle scuole è spesso molto<br />

difficile fare in modo che gli studenti esprimano in modo libero le loro<br />

opinioni e questo era un problema con il quale mi ero già confrontato molte<br />

volte. Una domanda, che anche contro ogni mia aspettativa, suscitò curiosità<br />

219 A questo riguardo è interessante quanto scrive Jedlowski: «Forse Taylor avverte nei<br />

concetti alternativi [come cultura] implicazioni di tipo eccessivamente cognitivo<br />

[accentuando così] una dimensione per così dire “figurazionale del sapere in gioco”: più<br />

percezione che cognizione, insomma, e percezione dotata di risonanza emotiva»<br />

(Jedlowsky, 2008: 226). Ancora di più l‟attenzione deve dunque essere posta sulla<br />

rappresentazione. Questa considerazione della cultura sembra essere in linea con quella che<br />

proponeva William (1976: 90): «a particolar way of life, whether of a people, a period or a<br />

group».

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