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La trasmissione imperfetta - fasopo

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LA TRASMISSIONE DELLE CONOSCENZE 123<br />

(Junod, 1962: 87). Il commercio delle zanne di avorio dell‟elefante era, già<br />

duecento anni fa, percepito come un‟attività che portava salute alla gente.<br />

Ed è questa probabilmente la causa maggiore che spinse prima i sovrani<br />

tembe e successivamente quelli zulu, ad abolire la circoncisione, o meglio a<br />

riadattare il rituale con lo scopo di addestrare gruppi di natura militare.<br />

Dapprima essi erano utilizzati per la caccia all‟elefante, il cui fine era<br />

chiaramente commerciale. Successivamente furono destinati alla guerra vera<br />

e propria. I reggimenti, o amabhuto in lingua isizulu, costituiscono l‟esito<br />

della trasformazione dei rituali di iniziazione maschili.<br />

Le fonti riguardanti la popolazione zulu a questo punto permettono<br />

di focalizzare l‟attenzione sulle peculiarità dell‟impianto rituale che venne<br />

adottato all‟indomani dell‟ascesa al potere di Shaka. Krige (1936: 81-86) ci<br />

offre una descrizione di come poteva essere strutturato il corpus di rituali di<br />

iniziazione maschile durante l‟Ottocento. Un iniziale rituale di passaggio era<br />

compiuto prima del raggiungimento della pubertà, durante il quale le<br />

orecchie del bambino venivano forate. Questo era fondamentalmente un<br />

rituale che riguardava solo l‟umndeni del bambino, ma che talvolta era<br />

eseguito in modo collettivo, raggruppando vari bambini presso la residenza<br />

dell‟induna. Un ulteriore rituale era effettuato, sempre generalmente<br />

all‟interno della famiglia, al raggiungimento della pubertà ovvero in<br />

coincidenza della prima polluzione (Krige, 1936: 88-104). In questo caso il<br />

ragazzo avrebbe dovuto rubare la mandria del padre, e scappare con essa. In<br />

questo modo, il giovane avrebbe provato la sua forza, e maggiori erano le<br />

difficoltà nel ritrovarlo, maggiore riconoscimento egli avrebbe ottenuto. In<br />

coincidenza della maturità sessuale il giovane doveva dunque infrangere<br />

alcune regole sociali e scappare nella boscaglia. Il rituale poi prosegue con<br />

una reclusione, non severa come quella descritta da Junod, ma durante la<br />

quale il ragazzo è considerato come un neo-arrivato nella famiglia. Egli<br />

viene chiamato ad esempio umakoti, che è il termine usato per indicare una<br />

giovane moglie che si trasferisce nell‟umndeni del marito 129 . Dopo questa<br />

129 Krige afferma che alla fine del rituale venga dato anche un nuovo nome all‟iniziando.<br />

Un nome che sostituirà i nomignoli con i quali veniva chiamato prima e che sarà utilizzato<br />

per portare hlonipha al giovane. Questa affermazione è particolarmente problematica. Essa<br />

infatti non trova riscontri in nessun lavoro visionato (Berglund, 1976; Koopman, 1986),

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