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La trasmissione imperfetta - fasopo

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CONCLUSIONI 287<br />

strutturava su un controllo tra pari e sulla subordinazione agli anziani, fino<br />

ad arrivare all‟inkosi che si collocava in cima alla scala sociale. Anche in<br />

questo caso la <strong>trasmissione</strong> delle conoscenze avveniva in forma<br />

evidentemente esperienziale in cui il novizio si trovava di fronte un percorso<br />

caratterizzato da prove. Tuttavia, l‟esito di queste avrebbe in qualche modo<br />

determinato il posto nella scala sociale che il futuro “uomo” sarebbe andato<br />

ad occupare. In questo senso, il “risultato” diviene una questione piuttosto<br />

rilevante in quanto è sulla base di esso che l‟uomo avrebbe goduto poi di più<br />

o meno privilegi. Il processo di <strong>trasmissione</strong> è quindi in questo caso<br />

finalizzato all‟acquisizione di un corpus di competenze utili per lo<br />

svolgimento di una determinata attività come lo era, nel caso degli<br />

amabutho, prima la caccia all‟elefante e poi la guerra di conquista.<br />

Questo secondo modello, che spesso si sovrappone a sistemi politici<br />

fondati su un forte autoritarismo, tende implicitamente a istituire delle<br />

pratiche rituali ed a produrre delle ideologie senza sottolineare l‟ipotetico<br />

patto sociale sul quale la società si fonda. <strong>La</strong> costruzione di una nazione e<br />

spesso la necessità di presentare tale progetto come “naturale”, spesso trova<br />

in questi sistemi di <strong>trasmissione</strong> delle conoscenze, uno strumento perfetto.<br />

Questo avviene in parallelo ad un‟azione sempre più coercitiva operata<br />

sull‟immaginario dell‟individuo. Se il precedente modello puntava allo<br />

sviluppo di una facoltà creativa in questo caso essa è fondamentalmente<br />

negata. I simboli e gli oggetti culturali riconosciuti dalle strutture politiche<br />

di riferimento diventeranno “fissi” non rielaborabili e soprattutto indicatori<br />

dell‟ordine “naturale” delle cose.<br />

Tornando ai dati proposti in questo lavoro, è interessante in primo<br />

luogo rilevare come anche nei vari momenti storici che riguardano il passato<br />

e il presente della società di KwaMashabane sia rilevabile una compresenza<br />

di diversi sistemi di <strong>trasmissione</strong> delle conoscenze. Agli amabutho infatti si<br />

affiancavano le narrazioni delle izinganekwane che stimolavano la<br />

“bricconeria” da parte del singolo. L‟eroe delle storie infatti intraprendeva<br />

spesso percorsi che lo portavano ad errare fino al momento in cui la sua<br />

furbizia, ormai adeguatamente sviluppata, gli avrebbe permesso un trionfale<br />

ritorno nel gruppo sociale dal quale era stato escluso. Allo stesso modo,<br />

durante il secolo scorso è possibile affermare che la scuola assumesse forme<br />

simili a quelle del secondo modello proposto. Essa, attraverso una

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