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La trasmissione imperfetta - fasopo

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260 CAPITOLO QUINTO<br />

avvicendarsi di giovani. I partecipanti più assidui furono per la maggior<br />

parte studenti del grade 12, l‟ultima classe della secondary school. Il loro<br />

impegno mi colpì particolarmente e mi costrinse a cercare di bilanciare i<br />

tempi, tra il progetto che stavamo portando avanti e la loro esigenza di<br />

utilizzare il tempo per lo studio, finalizzato alla preparazione del matric, il<br />

corrispettivo della maturità italiana. Si trattava di un momento importante<br />

delle loro vita e, benché le loro speranze di poter proseguire gli studi dopo<br />

quel momento erano pressoché nulle, l‟impegno di molti nella scuola era<br />

elevato. <strong>La</strong> sera spesso le classi della scuola erano utilizzate da alcuni<br />

studenti che si organizzavano in autonomia per studiare, a lume di candela.<br />

Il film che dopo molte discussioni ci si propose di realizzare, era<br />

tratto da una breve storia scritta da un‟insegnante della primary school che<br />

si occupava di un piccolo gruppo di teatro locale. E‟ interessante notare<br />

come il soggetto non sia stato, nonostante i miei stimoli, ideato ex novo dai<br />

partecipanti, ma comunque rielaborato partendo dallo scritto, dalla parola<br />

quindi, di un adulto. Ancora una volta si riproponeva quella difficoltà già<br />

rilevata di voler esprimere in prima persona un‟idea, anche quando essa<br />

fosse contenuta in un racconto. Tuttavia l‟elaborazione della storia, dopo<br />

aver avuto un‟autorizzazione a procedere da parte dell‟autore, fu un<br />

processo quasi totalmente in mano ai miei giovani interlocutori. Di una<br />

lunga narrazione, che avrebbe comportato troppo lavoro, fu selezionata una<br />

piccola parte. Essa narrava di un uomo sposato, incapace di avere relazioni<br />

sessuali con la moglie. Su consiglio di un amico egli si reca da un guaritore<br />

isangoma, il quale interagendo con i propri antenati di riferimento individua<br />

la causa del suo disagio e la cura. Nella conclusione il protagonista, insieme<br />

ai due amici ribadisce l‟importanza di “credere agli antenati”. Si scopre<br />

inoltre che uno dei due amici era stato pagato dall‟isangoma per aver<br />

suggerito la consultazione (Fig. 19-23).<br />

Il soggetto della narrazione mette dunque in risalto oggetti della vita<br />

locale definibili come piuttosto tradizionali. E‟ infatti da tenere in<br />

considerazione che l‟unica indicazione che ripetutamente misi in evidenza<br />

fu quella di realizzare qualcosa di rappresentativo della vita dei giovani a<br />

KwaMashabane. Il titolo, scelto per il breve film è emblematico:<br />

“Mhasikholelelwe Emadlozini” ovvero “<strong>La</strong>sciateci/lasciamoci credere nei

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