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La trasmissione imperfetta - fasopo

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232 CAPITOLO QUINTO<br />

rivoluzione mediatica, sta avendo un influsso sempre maggiore anche sui<br />

contesti più remoti, dal punto di vista delle comunicazioni.<br />

Definire l‟immaginario è un‟operazione che richiederebbe una<br />

enorme trattazione, che ovviamente non è contemplabile in questo lavoro.<br />

Emergono tuttavia dalla letteratura alcune caratteristiche, che sottolineano<br />

aspetti dell‟immaginario ricorrenti in modo trasversale a più discipline.<br />

L‟ambiguità nella sua relazione con quella che possiamo definire realtà è<br />

forse il primo. Sartre, in uno dei più celebri trattati riguardanti<br />

l‟immaginario, lo definiva come una “negazione del reale” (Sartre, 1936)<br />

con un riferimento a Marx piuttosto evidente. Negli scritti del filosofo<br />

francese emerge infatti quanto l‟immaginario e l‟immaginazione siano<br />

termini direttamente connessi all‟ideologia e intesi come gli strumenti per<br />

eccellenza per mascherare lo svolgimento dei processi materiali della vita.<br />

Riferendomi alle pratiche di costruzione della persona a KwaMashabane ho<br />

già qui utilizzato la nozione di “alienazione della progettualità” per<br />

evidenziare il grado con cui gli individui di un gruppo sociale sono in grado<br />

di influire sulle pratiche che portano alla produzione di “uomini adulti”. In<br />

questo senso “l‟immaginario” se definito in senso marxista è un insieme di<br />

narrazioni che “investono” e che “riguardano” un contesto sociale<br />

modificandone pratiche e sistemi simbolici, permettendo di mascherare la<br />

realtà delle cose. <strong>La</strong> progettualità dunque in questo modo è “alienata” e<br />

fondata su un bacino di simboli e pratiche che vengono - o si collocano - in<br />

un ipotetico “altrove”.<br />

L‟immaginario è un oggetto fortemente connesso con i processi<br />

politici che riguardano la vita sociale. <strong>La</strong> riflessione di Taylor, uno dei più<br />

autorevoli filosofi riconducibili all‟ambito del cultural studies, propone un<br />

punto di vista interessante riguardante il rapporto tra immaginario e potere.<br />

Egli riflette in primo luogo sul concetto di sfera pubblica moderna,<br />

descrivendola come uno spazio comune “metatopico”, «che non si dispiega<br />

in un luogo definito» (Taylor, 2004: 93). <strong>La</strong> diffusione di questi tipi di spazi<br />

è per Taylor la conseguenza dell‟affermazione dei media cartacei<br />

nell‟Europa del Settecento. Un processo che, in coincidenza alle rivoluzioni<br />

mediatiche conseguenti alla diffusione della televisione, è divenuto sempre<br />

più evidente. Un'immagine veicolata dalla stampa o dal video, in quanto<br />

metatopica, travalica il contesto in cui è prodotta e intrattiene legami diversi

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