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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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tradizionalmente maschi<strong>le</strong>, è colpevo<strong>le</strong> di provocare negli uomini pensieri di Zina (rapporti<br />

sessuali <strong>il</strong><strong>le</strong>citi), mettendo in pericolo la loro tranqu<strong>il</strong>lità menta<strong>le</strong>, <strong>il</strong> loro prestigio socia<strong>le</strong> e<br />

la loro fedeltà all’ordine mora<strong>le</strong>. E’ da qui che deriva l’enfasi dell’isolamento e dell’ut<strong>il</strong>izzo<br />

del velo da parte del<strong>le</strong> <strong>donne</strong> e l’ammonizione al<strong>le</strong> stesse, a nascondere tutte quel<strong>le</strong> parti<br />

della loro persona che possano provocare pensieri di zina in un uomo che non sia <strong>il</strong> loro<br />

marito. Come vedremo più avanti, in questo modo si ratifica come <strong>le</strong>cito, un solo desiderio<br />

sessua<strong>le</strong>, quello dell’uomo. Quello della donna non esiste, essa esiste solo come mezzo di<br />

eccitazione propria od impropria per l’uomo, uomo tra l’altro, che deve essere protetto da<br />

sol<strong>le</strong>citazioni inaspettate e quindi, perturbanti. In questo modo, si origina anche l’enfasi del<br />

potere dello sguardo : l’occhio ha <strong>il</strong> potere di provocare e <strong>le</strong> <strong>donne</strong> devono abbassare <strong>il</strong><br />

loro sguardo in presenza di maschi estranei. Anche lo sguardo degli uomini è pericoloso,<br />

poiché essi con <strong>il</strong> loro sguardo possono disonorare <strong>le</strong> <strong>donne</strong>, tanto quanto attraverso<br />

forme di contatto fisico. La risposta degli uomini al<strong>le</strong> <strong>donne</strong> non velate nello spazio<br />

pubblico può essere interpretata come una risposta logica alla provocazione che ciò per<br />

essi può rappresentare :<br />

“..seguire la donna per ore, pizzicarla se l’occasione è propizia, infine, assalirla<br />

verbalmente, tutto nella speranza di convincerla a compiere fino alla fine implicita, i suoi<br />

propositi esibizionistici” (Mernissi).<br />

Sempre secondo Mernissi, <strong>il</strong> purdah è quindi molto di più della semplice imposizione del<br />

velo al<strong>le</strong> <strong>donne</strong>. Esso è centra<strong>le</strong> al radicamento del potere patriarca<strong>le</strong>, col<strong>le</strong>gando la<br />

regolazione territoria<strong>le</strong> della sessualità femmini<strong>le</strong> all’istituzionalizzazione del potere<br />

maschi<strong>le</strong> nel<strong>le</strong> società in cui viene praticato. E’ interessante notare come in questa visione<br />

ideologica della società, una parte importante la svolga una modalità sensoria<strong>le</strong>, quella<br />

della visione, seguita, seppure in modo minore, da quella dell’udito. Il dettame ideologico<br />

entra prepotentemente nello stesso atto percettivo, quando ci si trova al di fuori dell’ambito<br />

strettamente fam<strong>il</strong>iare.<br />

All’interno della casa, la percezione segue la sua natura di flusso libero e multiforme,<br />

senza intralci di sorta. All’esterno essa viene invece incanalata, per cui diviene impossibi<strong>le</strong><br />

la visione comp<strong>le</strong>ta di ciò che è femmini<strong>le</strong>. Oltre a segnalare la vio<strong>le</strong>nza che ciò compie<br />

sull’ordine del soggetto, perlomeno nel modo in cui noi oggi, in “Occidente”, concepiamo <strong>il</strong><br />

soggetto, ciò c’induce a pensare che la visione stessa sia concettualizzata come una<br />

modalità percettiva femmini<strong>le</strong>, che quindi a sua volta va regolata e controllata.<br />

Involontariamente, <strong>il</strong> <strong>le</strong>gislatore cultura<strong>le</strong> “inconscio” riconosce anche nell’uomo una parte<br />

femmini<strong>le</strong>, che in quanto ta<strong>le</strong> va controllata e dominata : la visione, <strong>il</strong> vedere. Ciò va<strong>le</strong> in<br />

misura minore anche per l’udito, che però si limita a non sentire o a sentire in modo<br />

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