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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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mantenevano nel Bangladesh <strong>le</strong> loro famiglie. Un grosso cambiamento avvenne con <strong>il</strong><br />

Commonwealth Immigration B<strong>il</strong>l (Legge di Immigrazione dal Commonwealth), del 1962. In<br />

risposta all’aumentata attenzione socia<strong>le</strong> al prob<strong>le</strong>ma razzia<strong>le</strong>, la <strong>le</strong>gge introduceva un<br />

sistema di permessi (Vouchers), in base al qua<strong>le</strong> solo quei cittadini del Commonwealth<br />

che erano in possesso di permessi r<strong>il</strong>asciati dal Ministero del Lavoro potevano entrare nel<br />

Regno Unito in cerca di <strong>lavoro</strong>. Sebbene la misura intendesse porre un freno<br />

all’immigrazione, ebbe invece l’effetto opposto, poiché la prospettiva di buoni salari, unita<br />

al timore di più severe restrizioni future, portò ad un alto numero di permessi.<br />

Paradossalmente, <strong>il</strong> “prob<strong>le</strong>ma razzia<strong>le</strong>” si acutizzò e vide <strong>il</strong> sorgere di profeti di sventura,<br />

come <strong>il</strong> razzista Enoch Powell. Nel 1965 <strong>il</strong> governo abbassò <strong>il</strong> numero di permessi da<br />

r<strong>il</strong>asciare ogni anno da 30.100 a 8.500. Nel 1968, una seconda <strong>le</strong>gge sull’immigrazione<br />

introdusse ulteriori restrizioni, per cui nel corso degli anni ’70 <strong>le</strong> nuove immigrazioni<br />

cessarono e vennero permessi solo i ricongiungimenti con i già residenti. Il sistema dei<br />

permessi, fac<strong>il</strong>itò l’immigrazione bangladese dallo Sylhet, poiché coloro che provenivano<br />

da quel distretto, avevano maggiori possib<strong>il</strong>ità di essere sponsorizzati dai parenti e dai<br />

conoscenti che già risiedevano in Gran Bretagna. Questi, che provenivano da quel<strong>le</strong> aree<br />

dello Sylhet chiamate “Londoni”, per la loro alta percentua<strong>le</strong> di emigranti, svolsero un ruolo<br />

di mediatori, fac<strong>il</strong>itando l’ottenimento dei permessi da parte di parenti e di conoscenti<br />

provenienti dal<strong>le</strong> loro stesse aree di origine nel Bangladesh ed aiutandoli a sistemarsi una<br />

volta arrivati in Gran Bretagna. I bangladesi emigrati tra gli anni ’50 e ’60, avevano<br />

accettato qualsiasi tipo di <strong>lavoro</strong> venisse loro offerto e per la gran parte, avevano trovato<br />

residenza nel rione di Spitalfields, nel quartiere di Tower Ham<strong>le</strong>ts, vicino alla Torre di<br />

Londra, nell’east End londinese, non lontano dal<strong>le</strong> zone del porto dove si erano sistemati i<br />

primi immigrati bangladesi, i lascars. Altri invece si recarono a nord, nel<strong>le</strong> città industriali di<br />

Oldham (fabbriche tess<strong>il</strong>i), Sheffield e Scunthorpe (acciaierie) e Leeds (industria<br />

meccanica e fonderie). Inizialmente, come nel caso dei pakistani, i bangladesi si<br />

insediarono come comunità di visitatori, piuttosto che come comunità di permanenti,<br />

sperando di fare fortuna in Gran Bretagna e di poter tornare a casa come ricchi signori di<br />

status socia<strong>le</strong> e<strong>le</strong>vato. Ma alla fine degli anni ’60 queste speranze cominciarono ad<br />

affievolirsi. Potevano trovare solo lavori non-qualificati, <strong>le</strong> cui retribuzioni non<br />

permettevano di finanziare <strong>il</strong> favoloso ritorno <strong>sognato</strong>. Cominciarono quindi i<br />

ricongiungimenti fam<strong>il</strong>iari, con l’arrivo nel Regno Unito di mogli e figli. Il processo fu<br />

comunque lungo, a causa di diversi fattori, tra i quali l’alto costo del viaggio, la difficoltà di<br />

trovare una sistemazione abitativa dignitosa, la crescita del<strong>le</strong> minacce di tipo razzista ed <strong>il</strong><br />

timore degli uomini per quanto riguardava l’esposizione del<strong>le</strong> loro <strong>donne</strong> ai valori ed<br />

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