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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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presa di decisione relativa al <strong>lavoro</strong> salariato, vista l’assenza di maggiori qualificazioni<br />

lavorative ed i vincoli posti al <strong>lavoro</strong> esterno dalla cura dei figli, dagli obblighi domestici e<br />

dal<strong>le</strong> “limitazioni culturali”. Queste cause non erano mutuamente esclusive ed alcune<br />

<strong>donne</strong> ne hanno data più di una. 10 <strong>donne</strong> hanno spiegato la loro intenzione di lavorare in<br />

casa in termini primariamente culturali, basandosi spesso su una definizione di purdah che<br />

eliminava ogni possib<strong>il</strong>ità di <strong>lavoro</strong> esterno.<br />

Una seconda spiegazione, più diffusa era riferita a dei deficit da loro percepiti di “capita<strong>le</strong><br />

umano”. Il <strong>lavoro</strong> esterno richiedeva del<strong>le</strong> capacità educative e linguistiche che molte di<br />

queste <strong>donne</strong> non possedevano. Per ben 16 <strong>donne</strong>, la non padronanza della lingua<br />

ing<strong>le</strong>se era la motivazione principa<strong>le</strong> per non cercare un <strong>lavoro</strong> esterno, mentre per 6 era <strong>il</strong><br />

livello di istruzione raggiunto. La mancanza di sufficiente istruzione e di sufficienti ab<strong>il</strong>ità<br />

linguistiche non erano però sufficienti ad arrestare la ricerca di un <strong>lavoro</strong> esterno per tutti i<br />

membri della comunità. Molti dei lavoratori tess<strong>il</strong>i bangladesi intervistati dalla Kabeer,<br />

erano anch’essi privi di sufficienti qualificazioni educative e linguistiche, ma non di meno,<br />

avevano cercato e trovato un <strong>lavoro</strong> esterno, sebbene attribuissero al<strong>le</strong> loro scarse<br />

qualificazioni <strong>il</strong> fatto di aver trovato <strong>lavoro</strong> solo nel settore tessi<strong>le</strong>.<br />

Il terzo motivo ed uno dei più citati nel<strong>le</strong> interviste per rifiutare un <strong>lavoro</strong> esterno, era<br />

<strong>le</strong>gato al<strong>le</strong> richieste del ruolo domestico femmini<strong>le</strong>. 29 <strong>donne</strong> si riferivano al<strong>le</strong> loro<br />

responsab<strong>il</strong>ità <strong>le</strong>gate alla cura dei figli, mentre 20 si riferivano a del<strong>le</strong> responsab<strong>il</strong>ità<br />

domestiche in genera<strong>le</strong>.<br />

Un altro aspetto che si aggiungeva ai precedenti era <strong>le</strong>gato alla forte tradizione<br />

dell’ospitalità presente nel<strong>le</strong> famiglie bangladesi : visitare e ricevere amici e parenti<br />

costituiva una parte considerevo<strong>le</strong> della loro vita socia<strong>le</strong> ed <strong>il</strong> <strong>lavoro</strong> femmini<strong>le</strong> era centra<strong>le</strong><br />

all’esistenza di queste forme di vita socia<strong>le</strong>, visto che <strong>le</strong> responsab<strong>il</strong>ità principali ad esse<br />

<strong>le</strong>gate (preparare <strong>il</strong> tè, gli stuzzichini e i pasti per gli ospiti), erano svolte dal<strong>le</strong> <strong>donne</strong>.<br />

Questa combinazione di responsab<strong>il</strong>ità <strong>le</strong>gate alla cura dei figli, di cure rivolte alla famiglia<br />

e l’esecuzione dei compiti <strong>le</strong>gati all’ospitalità, avevano chiaramente un effetto limitante<br />

sulla possib<strong>il</strong>ità di scelta femmini<strong>le</strong>.<br />

Solo una piccola minoranza di <strong>donne</strong> aderiva ad una visione del purdah che avrebbe<br />

potuto precludere ad ogni possib<strong>il</strong>ità di <strong>lavoro</strong> esterno. La gran parte del<strong>le</strong> <strong>donne</strong>, pur<br />

accettando <strong>il</strong> concetto di modestia femmini<strong>le</strong>, rifiutava la versione più ristretta del purdah<br />

portata avanti da alcuni settori della comunità bangladese di Londra. Anche qui, veniva<br />

sottolineata una visione interiore del purdah, nella qua<strong>le</strong> la rettitudine non era veicolata<br />

tanto dalla stretta adesione al<strong>le</strong> norme relative al vestiario, quanto da un’adesione ad un<br />

codice interiore di rettitudine mora<strong>le</strong>. Ciò ricorda quanto affermato dal<strong>le</strong> <strong>donne</strong> di Dhaka,<br />

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