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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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4) – L’INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE DONNE BANGLADESI :<br />

CRONISTORIA DI UN TENTATIVO NON RIUSCITO.<br />

4.1) – IL LAVORO PRELIMINARE.<br />

Abbiamo già visto nell’Introduzione, gli aspetti teorici e metodologici di questa ricerca sulla<br />

Comunità di immigrati bangladesi nel Quartier del Piave. Vedremo ora invece i suoi aspetti<br />

pratici, come si è svolta nel tempo e quali sono stati gli eventi che l’hanno caratterizzata.<br />

Precedentemente alla scelta ed alla definizione dell’argomento sul qua<strong>le</strong> si è poi<br />

sv<strong>il</strong>uppata la ricerca, <strong>il</strong> mio <strong>lavoro</strong> inizia<strong>le</strong> è stato un <strong>lavoro</strong> di verifica dello stato dell’arte in<br />

relazione agli interventi di tipo etnopsichiatrico, nell’area della Sinistra Piave della<br />

provincia di Treviso. Si trattava di verificare l’attualità del prob<strong>le</strong>ma del disagio psichico<br />

degli immigrati nel territorio in questione, la sua localizzazione e la presenza di servizi che<br />

lo affrontassero. I miei primi contatti a livello istituziona<strong>le</strong>, con l’ASL di riferimento del<br />

territorio considerato, con <strong>il</strong> mondo della scuola e della mediazione cultura<strong>le</strong>, mi hanno<br />

permesso di verificare come la situazione rea<strong>le</strong> fosse un po’ lontana dal<strong>le</strong> mie aspettative.<br />

Non era possibi<strong>le</strong> affrontare una tematica di intervento etnopsichiatrico nel territorio in<br />

questione, semplicemente perché non esisteva ta<strong>le</strong> tipo di intervento. Non rimaneva altra<br />

scelta allora che quella di ribaltare l’ordine degli argomenti : perché considerare <strong>il</strong> disagio<br />

psichico, la sua manifestazione e la sua eventua<strong>le</strong> cura come e<strong>le</strong>mento centra<strong>le</strong> della<br />

ricerca ? Esiste una condizione di disagio psichico comune a tutti gli immigrati,<br />

indipendentemente dalla loro cultura d’origine ? La <strong>le</strong>tteratura ci indica che questa<br />

condizione esiste, varie ricerche (Losi, Beneduce, ecc.), hanno evidenziato come una<br />

componente importante del disagio psichico degli immigrati sia <strong>le</strong>gata di per sé<br />

all’esperienza della migrazione, alla percezione della differenza cultura<strong>le</strong>, alla nostalgia del<br />

paese di origine, ma questi fattori rischiavano di risultare troppo generici, lasciando in<br />

sordina <strong>il</strong> ruolo svolto dalla cultura specifica di provenienza dei diversi immigrati. La<br />

strategia da seguire allora era un’altra : individuare una singola cultura e seguirne <strong>le</strong><br />

vicissitudini nel suo nuovo paese d’insediamento. A questo punto, <strong>il</strong> disagio psichico non<br />

è più l’e<strong>le</strong>mento chiave attraverso <strong>il</strong> qua<strong>le</strong> interpretare i vissuti dei singoli appartenenti ad<br />

una cultura. Lo sguardo si allarga e si assesta sulla cultura stessa, sul suo adattamento al<br />

nuovo ambiente e sul suo incontro/scontro con la cultura ospitante. Ciò permette anche di<br />

considerare <strong>le</strong> persone indagate non più come solo portatori di disagio, ma come portatori<br />

di un mondo di conoscenze e valori, all’interno del qua<strong>le</strong> può essere presente anche <strong>il</strong><br />

disagio, ma che non ne è più l’e<strong>le</strong>mento caratterizzante. Questo cambiamento di rotta è<br />

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