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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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livello loca<strong>le</strong>, mentre un’identità basata solo sull’origine loca<strong>le</strong> rende diffici<strong>le</strong> una<br />

collaborazione tra queste diverse strutture organizzative, che rimangono in contrasto tra<br />

loro anche a causa del modo in cui sono nate, a causa di scissioni spesso dovute a liti e<br />

discussioni intestine. Mokarrom definisce colui che si identifica esclusivamente col suo<br />

luogo di nascita come un uomo che vede un bicchiere, o uno stagno o un lago, pieno di<br />

nebbia e non riesce a pensare che può esserci un altro mondo oltre a quello. Accusa i<br />

dirigenti della BATI di dominare, con questa visione del mondo i loro associati, accusa che<br />

nella sua seconda intervista vedremo rivolta anche agli intel<strong>le</strong>ttuali islamici rurali nei<br />

confronti della popolazione rura<strong>le</strong> bangladese. Accusa anche la BATI di elargire denaro<br />

invece di sforzarsi per sv<strong>il</strong>uppare la partecipazione degli associati. Questa accusa, pare<br />

essere riferita ad una modalità operativa della BATI, che ho appreso da un’operatrice della<br />

Caritas : <strong>le</strong> sottoscrizioni degli associati vengono ut<strong>il</strong>izzate per aprire dei negozi o dei<br />

phone-center, o dei negozi di musica, DVD e generi alimentari bangladesi. A gestire questi<br />

negozi vengono messi gli associati di fiducia del “capo” dell’associazione, che in questo<br />

modo rafforza <strong>il</strong> suo ruolo di dirigente e di possessore e fornitore di capita<strong>le</strong> simbolico.<br />

Anche questa pratica sembra essere all’origine di alcune scissioni dell’associazione : che<br />

non è stato prescelto crea un’altra associazione. Mokarrom invece sottolinea come ha<br />

cercato di non sfruttare la condizione di privi<strong>le</strong>gio data<strong>le</strong> dal ruolo di Presidente della<br />

BASCO e come di conseguenza non abbia inserito del<strong>le</strong> <strong>donne</strong> sue fam<strong>il</strong>iari nel Comitato<br />

di cinque <strong>donne</strong> che avrebbe dovuto sovraintendere alla costituzione della cooperativa di<br />

<strong>donne</strong>. Sottolinea poi, come sia stato possibi<strong>le</strong> per lui, nel <strong>lavoro</strong> e all’esterno del <strong>lavoro</strong>,<br />

sentirsi parte della comunità in cui vive. Dice infatti :<br />

“Pur essendo un bangladese che vive qui, non mi sono sentito come una persona che vive<br />

all’estero”.<br />

Un particolare r<strong>il</strong>ievo assume per la comunità bangladese, la conservazione dell’identità<br />

alimentare. Mokarrom parla di voli che da Calcutta portano due volte alla settimana qui in<br />

Italia gli alimenti che costituiscono la loro dieta originaria. Vedremo nell’intervista n.° 10 gli<br />

interessanti sv<strong>il</strong>uppi che questa strategia di difesa identitaria può permettere di sv<strong>il</strong>uppare.<br />

Un altro impegno importante per Mokarrom è <strong>il</strong> <strong>lavoro</strong> con <strong>le</strong> istituzioni locali per<br />

l’ottenimento dei permessi di soggiorno e di <strong>lavoro</strong>. Si evidenzia un’opposizione tra gli<br />

appartenenti alla comunità : tra <strong>le</strong> persone che hanno studiato e quel<strong>le</strong> che non hanno<br />

studiato. Coloro che hanno avuto un’istruzione adeguata devono porsi come garanti per<br />

coloro che invece non hanno potuto averla. Alla mia richiesta di specificare qua<strong>le</strong><br />

motivazione lo spinga ad impegnarsi per aiutare i suoi connazionali, Mokarrom non<br />

risponde direttamente: Mi e<strong>le</strong>nca poi altre prob<strong>le</strong>matiche degli immigrati : l’ospitalità, la<br />

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