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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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diverso dal<strong>le</strong> altre <strong>donne</strong> della comunità, oppure la cultura comunitaria è più f<strong>le</strong>ssibi<strong>le</strong> di<br />

quanto non sia stata finora rappresentata nel<strong>le</strong> descrizioni che di essa sono state fatte?<br />

Tra queste <strong>donne</strong>, possiamo distinguere due sottogruppi :<br />

1) - <strong>il</strong> primo sottogruppo è quello costituito dal<strong>le</strong> <strong>donne</strong> che hanno reagito all’incapacità o<br />

alla perdita del fornitore di reddito maschi<strong>le</strong>. L’assenza di un uomo con accesso al reddito<br />

ha dato loro l’incentivo economico necessario a cercare un <strong>lavoro</strong> esterno meglio<br />

remunerato, ma ci segnala anche l’assenza di una limitazione rea<strong>le</strong> a questa possib<strong>il</strong>ità;<br />

2) - <strong>il</strong> secondo sottogruppo invece, è costituito da <strong>donne</strong> che hanno preferito cercare un<br />

<strong>lavoro</strong> esterno nonostante la presenza di un uomo con accesso al reddito in famiglia. Una<br />

caratteristica saliente di questo sottogruppo di <strong>donne</strong> è l’assenza di limitazioni <strong>le</strong>gate alla<br />

cura dei figli. Esse erano o nub<strong>il</strong>i, oppure sposate, o senza figli o con figli che andavano<br />

già a scuola. La loro volontà di cercare un <strong>lavoro</strong> esterno suggerisce come <strong>le</strong> norme della<br />

comunità non fossero necessariamente interpretate o adottate in modo unitario.<br />

Se da un lato <strong>il</strong> carattere di queste norme fosse stato ancora distinguibi<strong>le</strong> dal carattere<br />

“comunitario” dei lavori che esse ricercavano, <strong>le</strong> esperienze del<strong>le</strong> poche <strong>donne</strong> che<br />

avevano cercato un <strong>lavoro</strong> all’esterno dei confini comunitari, ricordavano a tutte <strong>le</strong> altre<br />

<strong>donne</strong> l’importanza della discriminazione razzia<strong>le</strong> qua<strong>le</strong> ulteriore limite al<strong>le</strong> loro scelte sul<br />

mercato del <strong>lavoro</strong>. E’ importane considerare l’effetto del ciclo di vita sull’attività<br />

economica del<strong>le</strong> <strong>donne</strong>. Le <strong>donne</strong> nub<strong>il</strong>i giovani, <strong>le</strong> <strong>donne</strong> senza figli o quel<strong>le</strong> i cui figli non<br />

avevano più bisogno di una presenza costante del<strong>le</strong> madri, erano <strong>le</strong> più propense a<br />

considerare l’idea di un <strong>lavoro</strong> esterno, al contrario del<strong>le</strong> <strong>donne</strong> con bambini in età prescolastica.<br />

6.2.4.2) – I MODELLI UNIFICATI E DI NEGOZIAZIONE DEL BENESSERE<br />

FAMILIARE.<br />

Se analizziamo <strong>le</strong> diverse categorie di processi decisionali che sottostanno alla scelta<br />

del<strong>le</strong> <strong>donne</strong> di lavorare in casa, troveremo molte risonanze dei fattori che erano presenti<br />

nei processi decisionali del<strong>le</strong> <strong>donne</strong> lavoratrici di Dhaka, sebbene con del<strong>le</strong> notevoli<br />

differenze. Le considerazioni normative ut<strong>il</strong>izzate a Londra sono molto sim<strong>il</strong>i a quel<strong>le</strong><br />

espresse nel contesto di Dhaka. Ciò non deve sorprendere, poiché entrambi i gruppi di<br />

famiglie sottostavano a modelli culturali sim<strong>il</strong>i in relazione ai ruoli di genere all’interno della<br />

famiglia e quindi al<strong>le</strong> forme di comportamento appropriate per <strong>donne</strong> ed uomini. Inoltre, i<br />

vari processi decisionali descritti nel contesto londinese, come in quello di Dhaka, erano<br />

caratterizzati da diversi livelli di azione e di passività, di consenso e di conflitto. Alcuni di<br />

essi possono essere fac<strong>il</strong>mente interpretati all’interno di un modello di massimizzazione<br />

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