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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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tess<strong>il</strong>i, spesso nel<strong>le</strong> zone speciali esenti da tasse per gli investitori stranieri, <strong>il</strong> lungo orario<br />

di <strong>lavoro</strong>, i bassi salari, <strong>le</strong> forme di convivenza extra-fam<strong>il</strong>iare (<strong>le</strong> mess), al<strong>le</strong> quali molte<br />

<strong>donne</strong> erano costrette. Mokarrom sottolinea <strong>il</strong> carattere da capitalismo di rapina del<br />

processo di industrializzazione bangladese, con proprietari ricchissimi ed operaie povere,<br />

caratteristica che viene un po’ mascherata nei lavori della Kabeer e della Dannecker, che<br />

si interessano più agli aspetti del vissuto esperienzia<strong>le</strong> del<strong>le</strong> operaie che non a quelli<br />

strutturali del settore dell’industria tessi<strong>le</strong>, ma che è ben presente negli articoli che la<br />

stampa del Bangladesh, molto attenta agli sv<strong>il</strong>uppi di questo settore, vi dedica. Secondo<br />

Mokarrom, <strong>le</strong> operaie erano trattare meglio nel<strong>le</strong> fabbriche gestite direttamente dagli<br />

investitori stranieri, che concedevano migliori condizioni lavorative e salari più alti ed in<br />

quel<strong>le</strong> industrie che avevano aderito a protocolli internazionali di controllo della qualità<br />

(certificazioni ISO). Una prob<strong>le</strong>matica molto importante è stata sol<strong>le</strong>vata da Mokarrom : <strong>il</strong><br />

termine del Trattato Multi-Fibre rischia di causare la fine dell’attività lavorativa per molte di<br />

queste <strong>donne</strong>, visto che prevede la fine della moratoria sul<strong>le</strong> esportazioni di prodotti tess<strong>il</strong>i<br />

cinesi. Il pericolo c’è stato veramente, ma poi la moratoria sul<strong>le</strong> produzioni cinesi è stata<br />

prorogata fino al 2008, per cui <strong>il</strong> prob<strong>le</strong>ma potrà cominciare a porsi alla fine di quest’anno.<br />

Cosa faranno queste <strong>donne</strong>, si chiede Mokarrom ? Non potranno tornare nel<strong>le</strong> campagne,<br />

perché lì non troveranno <strong>lavoro</strong> ed al momento non ci sono altri settori industriali che <strong>le</strong><br />

possano ricollocare. In realtà, <strong>il</strong> 2006 e nel 2007 hanno visto <strong>il</strong> manifestarsi di una forte<br />

tensione socia<strong>le</strong> in Bangladesh nel settore produttivo dell’industria tessi<strong>le</strong>, con scioperi,<br />

chiusure ed occupazioni di fabbriche, scontri di piazza, <strong>le</strong>gati a richieste di migliori<br />

condizioni di <strong>lavoro</strong> e di aumenti salariali, anche se gli scontri vedevano la partecipazione<br />

maggioritaria dei lavoratori maschi.<br />

Riguardo ai pregiudizi che <strong>le</strong> lavoratrici tess<strong>il</strong>i incontrano e hanno incontrato nella società<br />

bangladese, Mokarrom col<strong>le</strong>ga <strong>il</strong> fenomeno al<strong>le</strong> fasi iniziali dell’entrata del<strong>le</strong> <strong>donne</strong> nel<br />

processo produttivo dell’industria tessi<strong>le</strong>. Dal momento in cui la Kabeer ha svolto la sua<br />

indagine ad ora, sono passati circa 10 anni ed <strong>il</strong> numero di operaie è notevolmente<br />

cresciuto. Si stima che ora gli operai del settore tessi<strong>le</strong> siano circa 2 m<strong>il</strong>ioni e che almeno <strong>il</strong><br />

90% di essi sia costituto da <strong>donne</strong> e ragazze, con un salario mensi<strong>le</strong> che va dai 15 ai 35<br />

dollari, a seconda della specializzazione richiesta dalla mansione svolta. E’ probabi<strong>le</strong>, ma<br />

non disponiamo di dati di ricerche svolte in tempi più recenti, che una ta<strong>le</strong> espansione del<br />

fenomeno abbia portato ad una tacita accettazione del <strong>lavoro</strong> femmini<strong>le</strong> nel settore tessi<strong>le</strong>,<br />

almeno nel<strong>le</strong> realtà urbane, ma è diffici<strong>le</strong> dire se ciò può aver fac<strong>il</strong>itato l’accettazione del<br />

<strong>lavoro</strong> femmini<strong>le</strong> in genera<strong>le</strong>.<br />

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