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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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<strong>le</strong> famiglie senega<strong>le</strong>si si trovano ad affrontare sono <strong>le</strong>gati al<strong>le</strong> continue comunicazioni che<br />

arrivano loro dal<strong>le</strong> istituzioni scolastiche. In Senegal <strong>il</strong> maestro è come <strong>il</strong> terzo membro<br />

della coppia genitoria<strong>le</strong> e non ass<strong>il</strong>la i genitori con continue richieste di denaro. Anche <strong>le</strong><br />

spese per la mensa, <strong>le</strong> gite scolastiche ed altre di questo tipo, sono pesanti per <strong>le</strong> famiglie<br />

degli immigrati, che spesso rimandano i figli in patria, dove una buona scuola costa meno<br />

dei buoni pasto di una scuola italiana, ponendo <strong>le</strong> basi, in questo modo, per futuri prob<strong>le</strong>mi<br />

fam<strong>il</strong>iari.<br />

7.3.3) – LE RETI PER L’INTERCULTURA. INCONTRI CON LE PROF.SSE<br />

MARCHI E BUSO.<br />

Incontro la professoressa Franca Marchi, responsabi<strong>le</strong> della rete per l’intercultura di Pieve<br />

di Soligo, <strong>il</strong> 17/06/2004, presso la sede della Scuola Media Toniolo di Pieve di Soligo. Le<br />

parlo del mio progetto di tesi ancora piuttosto vago e della ricognizione che sto’<br />

effettuando presso <strong>le</strong> varie istituzioni pubbliche che si trovano ad operare con gli immigrati.<br />

Le accenno all’incontro con Thiam Massamba ed alla sua convinzione che l’attività di<br />

mediazione cultura<strong>le</strong> abbia influito positivamente sui prob<strong>le</strong>mi di integrazione degli alunni<br />

stranieri, ma <strong>le</strong>i si dimostra un po’ scettica. Ritiene che 100 ore annue di interculturalità su<br />

29 p<strong>le</strong>ssi scolastici (quelli seguiti dal<strong>le</strong> 6 reti sull’intercultura presenti nel territorio<br />

dell’ULSS 7), siano poche per riuscire ad essere così efficaci. Ma è favorevo<strong>le</strong> in linea di<br />

principio all’iniziativa, ritiene soltanto che <strong>le</strong> ore di attività dovrebbero essere di più. Le<br />

accenno anche all’incontro col dr. Nardin, ma si dimostra scettica anche sull’effettiva<br />

operatività dell’ULSS 7 su queste prob<strong>le</strong>matiche. A suo parere stanno appena iniziando a<br />

muoversi su questi argomenti e la loro capacità di azione è quindi ridotta. Nel territorio di<br />

competenza della rete per l’intercultura di Pieve di Soligo, sono presenti circa 160 allievi<br />

stranieri e nell’intero territorio coperto dal<strong>le</strong> 6 reti, si arriva ad un tota<strong>le</strong> di 560 allievi<br />

stranieri. Mi parla della realtà di Follina, dove in diverse classi la maggioranza degli alunni<br />

è straniera. Ciò pone diversi prob<strong>le</strong>mi all’attività degli insegnanti, che possono trovarsi in<br />

difficoltà, specialmente dal punto di vista linguistico, quando ad esempio, nel caso di nuovi<br />

inserimenti, i nuovi alunni non sanno parlare e non capiscono l’italiano. Di tutti gli alunni<br />

stranieri viene costituito un fascicolo, dove vengono riportati gli e<strong>le</strong>menti salienti della loro<br />

carriera scolastica, con riferimento al livello di conoscenze generali e ella lingua italiana al<br />

momento dell’inserimento ed ai diversi livelli di acquisizione del<strong>le</strong> diverse competenze che<br />

avvengono poi. Le chiedo se si verificano casi eclatanti di disturbi di adattamento o di<br />

apprendimento, ma mi risponde che questi casi vengono poi passati ai servizi sociali, ma<br />

non sono numerosi. Mi parla della numerosa comunità di immigrati provenienti dal<br />

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