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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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Assistiamo ad una specie di inversione sintattica del momento e del luogo in cui può<br />

sv<strong>il</strong>upparsi l’innamoramento. Ma in ogni caso, ci si innamora. Ciò che si apprende quindi è<br />

la censura degli eventuali innamoramenti pre-matrimoniali e la libera espressione<br />

dell’amore matrimonia<strong>le</strong>. Sempre che questa relazione assuma poi la profondità che<br />

assume nel caso del<strong>le</strong> relazioni che nascono dall’innamoramento pre-matrimonia<strong>le</strong>. Ma<br />

non sembra che i destini matrimoniali, in fondo, siano molto diversi nei due sistemi. Una<br />

del<strong>le</strong> implicazioni più evidenti del sistema della protezione simbolica e che abbiamo già<br />

visto nell’analisi della Rozario, è quella della distinzione tra <strong>donne</strong> “buone” e <strong>donne</strong><br />

“cattive”, così persistente in molte culture. Nell’Ingh<strong>il</strong>terra Vittoriana, esisteva una<br />

contrapposizione di questo tipo :<br />

Donne cattive<br />

Donne buone<br />

- che si godono la sessualità - che non godono la sessualità<br />

Ciò, serviva alla creazione di un potente sistema psicologico di repressione sessua<strong>le</strong>, che<br />

operava congiuntamente ai concetti di :<br />

- onore;<br />

- rispettab<strong>il</strong>ità;<br />

- controllo maschi<strong>le</strong>.<br />

Tutto ciò, non era molto diverso da ciò che abbiamo riscontrato nel sistema del purdah,<br />

nell’Asia del Sud. Ciò che differenzia <strong>il</strong> sistema del purdah da quello occidenta<strong>le</strong> è, come<br />

abbiamo visto, la modalità socia<strong>le</strong> del controllo, <strong>il</strong> locus attributivo del controllo. La<br />

Papanek suggerisce che i meccanismi di controllo socia<strong>le</strong> e psicologico siano in qualche<br />

modo alternativi. Essa, si spinge fino ad affermare che <strong>il</strong> sistema del purdah operi<br />

abbastanza sufficientemente da rendere non necessario <strong>il</strong> meccanismo difensivo, in senso<br />

freudiano, della repressione sessua<strong>le</strong>. Ciò non ci convince, perché questo meccanismo di<br />

difesa, la repressione, funziona in ogni caso, anche quando <strong>il</strong> controllo è esterno. Ciò che<br />

più ci convincerebbe è invece una formulazione con cui si affermasse che l’istanza del<br />

Super-io, che mob<strong>il</strong>iterebbe <strong>il</strong> meccanismo della repressione, funzionasse ad un livello di<br />

gruppo. Sarebbero dei messaggi impliciti interni al gruppo a funzionare da Super-io<br />

col<strong>le</strong>ttivo, facendo così scattare <strong>il</strong> meccanismo della repressione nei momenti necessari.<br />

Se rammentiamo come Freud ritenesse che la donna avesse un’implicita difficoltà a<br />

sv<strong>il</strong>uppare un Super-io come quello maschi<strong>le</strong>, possiamo se non altro riconoscere una certa<br />

prudenza da parte del <strong>le</strong>gislatore inconscio col<strong>le</strong>ttivo sud-asiatico, che ha ben pensato di<br />

by-passare <strong>il</strong> controllo interiore per affidarlo del tutto alla comunità socia<strong>le</strong>. Quindi, la<br />

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