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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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Attualmente, secondo <strong>il</strong> codice la pubertà non è più ri<strong>le</strong>vante e la ragazza data in<br />

matrimonio prima del compimento dei 18 anni può ripudiare <strong>il</strong> matrimonio, sia quando<br />

compie 16 anni, sia al raggiungimento della pubertà, se <strong>il</strong> matrimonio è stato effettuato<br />

prima. Secondo la Sharia la ragazza è libera dalla tutela al raggiungimento della pubertà<br />

ed al 13° anno di età questa è presunta. Ciò, crea un’altra anomalia <strong>le</strong>gislativa, perché la<br />

ragazza, vo<strong>le</strong>ndolo, potrebbe darsi in matrimonio prima dei 16 anni se avesse raggiunto la<br />

pubertà ed <strong>il</strong> matrimonio risulterebbe valido, ma l’officiante e lo sposo, se maggiore di 18<br />

anni, sarebbero perseguib<strong>il</strong>i e punib<strong>il</strong>i in base all’Atto di Limitazione del Matrimonio<br />

Minori<strong>le</strong>. Se una minore è stata data in matrimonio e questo è stato consumato prima della<br />

pubertà, la consumazione non depriva la minore dell’opzione di ripudiare <strong>il</strong> matrimonio al<br />

raggiungimento della pubertà. Non sembra però che vi siano disposizioni atte a spiegare<br />

alla minore i suoi diritti, sia al momento del matrimonio, sia al raggiungimento della<br />

pubertà. Uno degli aspetti più dibattuti del matrimonio islamico, è quello relativo alla<br />

poligamia, più esattamente alla poliginia, la poligamia maschi<strong>le</strong>. Per la <strong>le</strong>gge islamica, un<br />

uomo musulmano può sposare fino a quattro mogli, mentre una donna musulmana può<br />

avere solo un marito, alla volta. Un uomo con già quattro mogli, può sposarne anche una<br />

quinta : <strong>il</strong> matrimonio sarebbe irregolare, ma non nullo. Secondo l’Ordinanza VIII, sezione<br />

6 della Legislazione Fam<strong>il</strong>iare Islamica del 1961, nessun uomo, durante la validità del<br />

matrimonio che ha in corso, può contrarre un nuovo matrimonio senza <strong>il</strong> permesso scritto<br />

del Consiglio di Arbitrato. La violazione di questa prescrizione può essere perseguita fino<br />

ad arrivare all’incarcerazione. Compito del Consiglio di Arbitrato è quello di verificare che<br />

l’attua<strong>le</strong> moglie acconsenta al nuovo matrimonio e se sia necessario e giusto garantire <strong>il</strong><br />

permesso per contrarre <strong>il</strong> nuovo matrimonio. Nella pratica, i matrimoni vengono contratti<br />

anche senza questo permesso, sia a causa della <strong>le</strong>ntezza con cui eventualmente <strong>le</strong> Corti<br />

giudiziarie seguirebbero i ricorsi del<strong>le</strong> mogli contrarie ai nuovi matrimoni, sia perché<br />

usualmente <strong>il</strong> Consiglio, che è composto di soli uomini, tende ad accettare tutte <strong>le</strong><br />

richieste. Un’importante innovazione <strong>le</strong>gislativa è stata compiuta con l’Ordinanza della<br />

Legislazione Fam<strong>il</strong>iare Islamica del 1961 che ha reso obbligatoria la registrazione dei<br />

matrimoni islamici. Ciò è stato reiterato dall’Atto dei Matrimoni e dei Divorzi islamici del<br />

1974. E’ un’innovazione importante perché lo stato civi<strong>le</strong>, nel senso occidenta<strong>le</strong>, è sempre<br />

stato estraneo alla civ<strong>il</strong>tà islamica, mentre questo Atto, è un passo in questa direzione.<br />

Una parte essenzia<strong>le</strong> del contratto matrimonia<strong>le</strong> islamico è la dote marita<strong>le</strong> o <strong>le</strong>gittima,<br />

che lo sposo paga, o promette di pagare alla moglie. In lingua Bengali, questa dote<br />

marita<strong>le</strong> è chiamata mohr, e non deve essere confusa con la dote vera e propria, in lingua<br />

Bengali dabi, che è quella offerta dal padre e da altri parenti della sposa e che non è<br />

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