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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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tranqu<strong>il</strong>lamente con la propria famiglia. Frequenta Mokarrom ed altri connazionali, ma non<br />

sembra dare molta importanza al ruolo di integrazione che la comunità può svolgere.<br />

Vediamo quali sono i principali costrutti psicologici personali, visti in forma di opposizione<br />

binaria, che emergono dall’intervista con Mukul :<br />

Sicurezza (<strong>lavoro</strong> fisso)<br />

Tranqu<strong>il</strong>lità (in Italia)<br />

Rimanere in Italia (se piacerà al figlio)<br />

Mondo del <strong>lavoro</strong> (ambito di integrazione)<br />

Famiglia (ambito degli affetti e del<strong>le</strong> scelte<br />

decisive)<br />

Insicurezza (<strong>lavoro</strong> a tempo indeterminato)<br />

Confusione (Bangladesh)<br />

Ritornare in Bangladesh (se lo vorrà <strong>il</strong><br />

figlio)<br />

Mondo esterno al <strong>lavoro</strong><br />

Mondo esterno alla famiglia<br />

INTERVISTA N.° 6 – Moshiur Rahman.<br />

L’intervista a Moshiur, purtroppo è andata persa in parte, per un mio errore manua<strong>le</strong> nel<br />

corso della registrazione. Anch’egli, ha compiuto studi superiori in Bangladesh e lavora in<br />

fabbrica nella zona del Quartier del Piave. La sua intervista è particolare, perché basata<br />

su una visione del mondo molto ricca, attenta a dei valori di tipo etico, non solo di tipo<br />

economico. Egli rivendica <strong>il</strong> diritto innato di cittadinanza degli esseri umani, <strong>il</strong> loro diritto di<br />

spostarsi e di trovare residenza ovunque. Ovviamente per lui lo spostamento non è <strong>le</strong>gato<br />

a fini ludici, ma lavorativi. Per tutti i bangladesi intervistati non ci sono finalità ludiche o<br />

edonistiche nell’emigrazione : ci si sposta per lavorare e stare meglio con la famiglia.<br />

Moshiur è anche consapevo<strong>le</strong> dei prob<strong>le</strong>mi che possono sorgere dalla differenza religiosa<br />

e afferma che la sua religione, l’Islam, non è una religione di odio, ma di solidarietà.<br />

L’aspetto che più lo colpisce è però <strong>le</strong>gato ad aspetti più immediati della vita quotidiana. Mi<br />

ha colpito l’enfasi con la qua<strong>le</strong> ha sottolineato <strong>il</strong> modo in cui lui, ma in genera<strong>le</strong> lo<br />

“straniero”, viene guardato, visto, dai residenti, nel<strong>le</strong> interazioni quotidiane, per strada, al<br />

mercato. Si sente guardato di sfuggita, come lasciato da parte, uno sguardo che crea in lui<br />

la sensazione di essere qualcosa di diverso dagli altri. Questo significa che quando<br />

Moshiur “vede”, “guarda” gli italiani, i residenti, non li vede come diversi da sé, si identifica<br />

quindi con loro, si sente parte di questa comunità, ma si sente rifiutato, si sente etichettato,<br />

individuato come altro ed in fondo, come altro da sé, perché nello sguardo dell’altro egli è<br />

pronto ad identificarsi, proprio perché con l’altro egli si identifica. Parla poi della difficoltà di<br />

trovare una casa in affitto, del<strong>le</strong> varie motivazioni che possono essere alla base di questo<br />

fenomeno, ma ciò non sembra avere l’importanza che per lui ha quella sensazione di<br />

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