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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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differenza tra sistema basato sul senso di colpa e sistema basato sui sentimenti di<br />

vergogna, si originerebbe in una diversa genealogia del Super-io :<br />

- interiorizzato nel<strong>le</strong> società aperte;<br />

- interiorizzato, ma “appoggiato” ad un controllo socia<strong>le</strong>, attivato dall’istanza osservativi del<br />

gruppo socia<strong>le</strong>, nel<strong>le</strong> società chiuse in cui l’interazione è limitata al livello faccia-a-faccia.<br />

5.2.5) – CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />

Nel considerare alcuni aspetti salienti della condizione della donna e della sua<br />

socializzazione, abbiamo incontrato due posizioni teoriche, che almeno ad una prima<br />

analisi si presentano diverse :<br />

1) – la posizione di Na<strong>il</strong>a Kabeer e di Theresa Santi Rozario, per <strong>le</strong> quali la condizione di<br />

subordinazione della donna è causata dal sistema patriarca<strong>le</strong>, dal dominio del genere<br />

maschi<strong>le</strong> su quello femmini<strong>le</strong>. E’ una posizione teorica che attribuisce un ruolo primario<br />

al<strong>le</strong> relazioni di genere, alla disuguaglianza di genere e quindi, in questo caso, alla<br />

subordinazione femmini<strong>le</strong> al potere maschi<strong>le</strong>. E’ una posizione teorica di tipo femminista,<br />

efficace nell’enuc<strong>le</strong>are <strong>le</strong> conseguenze della subordinazione femmini<strong>le</strong>, ma forse non<br />

altrettanto efficace nel proporre del<strong>le</strong> soluzioni per <strong>il</strong> superamento di questa condizione.<br />

La soluzione proposta è quella dell’”empowerment” femmini<strong>le</strong>, dell’aumento cioè della<br />

capacità del<strong>le</strong> <strong>donne</strong> di negoziare <strong>il</strong> loro potere contrattua<strong>le</strong> nel<strong>le</strong> diverse circostanze della<br />

vita quotidiana, nell’ambito del<strong>le</strong> relazioni di gruppo faccia-a-faccia. Se questa è<br />

certamente l’unica strada percorribi<strong>le</strong>, <strong>il</strong> modo di percorrerla proposto dalla Kabeer e dalla<br />

Rozario, è almeno inizialmente discutibi<strong>le</strong>, perché sembra attribuire ai maschi che<br />

nell’attualità agiscono nel campo socia<strong>le</strong>, una qualche volontà di supremazia che<br />

dovrebbe a sua volta costituire la base ideologica del dominio da essi esercitato sul<strong>le</strong><br />

<strong>donne</strong>. Ciò è sicuramente vero soggettivamente, ma va contestualizzato all’interno del<strong>le</strong><br />

dinamiche che avvengono nella struttura socia<strong>le</strong>.<br />

2) – La posizione teorica di Hanna Papanek ci sembra invece più comp<strong>le</strong>ssa, anche se<br />

apparentemente più sfumata. La condizione di inferiorità della donna si origina nella<br />

comp<strong>le</strong>ssa struttura socia<strong>le</strong> del sub-continente indiano, <strong>le</strong> cui caratteristiche principali,<br />

sono <strong>le</strong>gate a tre livelli di organizzazione degli e<strong>le</strong>menti che la costituiscono :<br />

1) – la gerarchia socia<strong>le</strong>;<br />

2) – la struttura fam<strong>il</strong>iare e dei rapporti interpersonali;<br />

3) – la struttura del <strong>lavoro</strong>.<br />

All’interno di questa tripartizione, troviamo altri diversi e<strong>le</strong>menti che interagiscono tra di<br />

loro :<br />

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