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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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L’intervista termina presto, perché la presenza del marito sembra condizionare troppo <strong>le</strong><br />

risposte di Nassima, che forse non è nemmeno tanto interessata all’esperienza. In ogni<br />

caso, a differenza di La<strong>il</strong>a, che pur in presenza del marito ha risposto liberamente<br />

all’intervista, Nassima mostra di essere più condizionata dalla presenza del marito e della<br />

sua famiglia, fatto che deduco dalla brevità del<strong>le</strong> sue risposte, che sembrano non sol<strong>le</strong>vare<br />

mai nessun tipo di prob<strong>le</strong>ma. Dobbiamo tener conto però del fatto che La<strong>il</strong>a e Shobur non<br />

vivono assieme ad altri fam<strong>il</strong>iari di lui e che quindi possono essere riusciti a sv<strong>il</strong>uppare una<br />

maggiore intimità relaziona<strong>le</strong>.<br />

Vediamo quali sono i principali costrutti psicologici personali, visti in forma di opposizione<br />

binaria, che emergono dall’intervista con Nassima :<br />

Nostalgia per la famiglia di origine<br />

Tranqu<strong>il</strong>lità trovata con la nuova famiglia<br />

Lavoro pesante in fabbrica in Italia<br />

Necessità dell’amicizia femmini<strong>le</strong> per<br />

superare <strong>le</strong> difficoltà<br />

Indifferenza per la famiglia di origine<br />

Difficoltà con la nuova famiglia<br />

Lavoro come operatrice socia<strong>le</strong> per <strong>il</strong> qua<strong>le</strong><br />

ha studiato in Bangladesh<br />

Non necessità dell’amicizia femmini<strong>le</strong><br />

INTERVISTA N.° 8 – Munzur Mustakima.<br />

Munzur è la moglie di un altro fratello di Mokarrom e di Hassan. Ha 24 anni ed è in Italia<br />

da 5. Ha già una bambina di 3 anni e 10 mesi. Ha lavorato alla Zanussi, una fabbrica di<br />

e<strong>le</strong>ttrodomestici (è sempre l’E<strong>le</strong>ctrolux, dove lavora <strong>il</strong> cognato, Mokarrom), ma ora è a<br />

casa, perché aspetta <strong>il</strong> secondo bambino. Frequenta altre persone bangladesi della zona,<br />

assieme al marito e si trova bene in Italia. Alla domanda se nel futuro pensa di rimanere in<br />

Italia o invece di ritornare nel Bangladesh, risponde che <strong>le</strong>i ed <strong>il</strong> marito ancora non lo<br />

sanno, perché la bambina è ancora piccola, poi decideranno.<br />

In questo caso, non specificano se la decisione verrà presa da loro, o se invece, come<br />

nel caso di Mukul, in base all’atteggiamento che la figlia sv<strong>il</strong>upperà nei confronti<br />

dell’esperienza dell’immigrazione e dell’integrazione. Vorrebbe tornare a lavorare, dopo la<br />

nascita del bambino. Anche in questo caso non ho insistito molto con <strong>le</strong> domande,<br />

sempre perché <strong>il</strong> contesto mi sembrava troppo sotto controllo, a causa della presenza di<br />

Mokarrom, del marito di Munzur e dell’incombente presenza degli altri fam<strong>il</strong>iari.<br />

Nel<strong>le</strong> case degli immigrati bangladesi, vige un purdah “lasco” : <strong>le</strong> <strong>donne</strong> di casa non<br />

entrano nel soggiorno dove vengono ricevuti gli ospiti masch<strong>il</strong>i e se ne stanno chiuse in<br />

cucina o nel<strong>le</strong> loro camere. Non portano però <strong>il</strong> velo. Entrano nel soggiorno solo per<br />

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