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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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limitato, ciò che è femmini<strong>le</strong>, ma in un luogo improprio. E’ vero che nel guardare la donna<br />

velata <strong>il</strong> soggetto maschi<strong>le</strong> possa sentire l’efficacia del proprio dominio, ma è anche vero<br />

che l’universo della visione è ricondotto all’universo della divisione di genere e che la<br />

visione diventa quindi un altro da sé, un fenomeno regolato dall’ordinamento socia<strong>le</strong>. In<br />

fondo ciò avviene in tutte <strong>le</strong> culture, ma se in alcune <strong>il</strong> soggetto può in qualche modo decondizionare<br />

<strong>il</strong> proprio sguardo, “liberarlo”, in questa situazione ciò sembra praticamente<br />

impossibi<strong>le</strong>, se non visitando un’altra società, ma ciò genererà sicuramente un qualche<br />

scompenso. Un altro e<strong>le</strong>mento interessante da notare è come ogni “malizia” sia attribuita<br />

alla sessualità femmini<strong>le</strong>. In questo caso, <strong>il</strong> <strong>le</strong>gislatore cultura<strong>le</strong> “inconscio” si serve di due<br />

meccanismi di difesa : la proiezione e l’identificazione proiettiva.<br />

Proiezione<br />

Identificazione proiettiva<br />

In senso genera<strong>le</strong>, in E’ un termine introdotto da Melanie K<strong>le</strong>in per designare un<br />

psicologia, denota l’operazione<br />

con cui un fatto neurologico o<br />

meccanismo che si traduce in fantasmi in cui <strong>il</strong> soggetto<br />

introduce la propria persona (his self) totalmente o<br />

psicologico è spostato e parzialmente all’interno dell’oggetto per danneggiarlo,<br />

localizzato all’esterno, possederlo e controllarlo);<br />

passando dal centro alla - è comunque una modalità della proiezione, la K<strong>le</strong>in parla<br />

periferia, o dal soggetto di identificazione solo perché è la persona propria che<br />

all’oggetto;<br />

viene proiettata.<br />

- in senso propriamente L’identificazione proiettiva presuppone anche <strong>il</strong><br />

psicoanalitico, indica meccanismo difensivo della scissione e l’incapacità di<br />

l’operazione con cui <strong>il</strong> soggetto integrare gli aspetti buoni e cattivi dell’oggetto.<br />

espel<strong>le</strong> da sé e localizza Ciò che differenzia principalmente l’identificazione<br />

nell’altro, persona o cosa, del<strong>le</strong><br />

qualità, dei sentimenti, dei<br />

proiettiva dalla proiezione è che mentre la proiezione può<br />

essere “fredda”, ciò può non crearsi un <strong>le</strong>game affettivo tra<br />

desideri e perfino degli <strong>il</strong> soggetto che proietta e l’oggetto che riceve la proiezione,<br />

“oggetti”, che egli non nel caso dell’identificazione proiettiva, proprio per la sua<br />

riconosce o rifiuta in sé. Si<br />

tratta di una difesa di origine<br />

molto arcaica che è in azione<br />

origine arcaica di tentativo di “inserimento” aggressivo nel<br />

corpo materno, si crea un <strong>le</strong>game emoziona<strong>le</strong> tra <strong>il</strong><br />

soggetto e l’oggetto dell’identificazione, <strong>le</strong>game nel qua<strong>le</strong> <strong>il</strong><br />

particolarmente nella soggetto che proietta trasferisce anche la sua aggressività,<br />

paranoia, ma anche in modi di che non desidera riconoscere al proprio interno.<br />

pensiero “normali come la<br />

superstizione.<br />

(Vedi Laplanche e Pontalis, “Enciclopedia della psicoanalisi”, Laterza, 1973).<br />

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