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le donne e il lavoro sognato. - Cestim

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7.4.2) – LE PROSPETTIVE FUTURE.<br />

Abbiamo visto nel Capitolo 7.3, come <strong>il</strong> processo di integrazione sia un processo<br />

relaziona<strong>le</strong>, nel qua<strong>le</strong> due attori devono “integrarsi” tra loro : la comunità ospite e la<br />

comunità ospitante. Come possa sv<strong>il</strong>upparsi e strutturarsi questa relazione è ancora<br />

oggetto di dibattito ed un’ampia discussione è in corso in ambito politico e socia<strong>le</strong>, su<br />

queste tematiche.<br />

Per alcuni settori sociali, vedi <strong>le</strong> forze politiche e sociali che si richiamano alla Lega Nord<br />

ed alla destra estrema, <strong>il</strong> termine integrazione è solamente un sinonimo di assim<strong>il</strong>azione,<br />

quando va bene, perché queste forze politico-sociali ambirebbero alla cacciata degli<br />

immigrati qua<strong>le</strong> loro obiettivo primario. Finora, si è sempre teso a sottovalutare queste<br />

espressioni politiche, nel dibattito socio-politico italiano, re<strong>le</strong>gando<strong>le</strong> in un ambito di<br />

espressione connotato come folkloristico, “caratteria<strong>le</strong>”, ma io temo che rappresentino ben<br />

più di questo e temo che pagheremo nel prossimo futuro, con l’aggravarsi della crisi<br />

economica, la disattenzione nei confronti di queste forme di razzismo e revanscismo. Ciò<br />

che sta’ accadendo in alcuni vicini paesi est europei, quali la Repubblica Ceca, l’Ungheria<br />

e la Slovacchia, dove la crisi socio-economica si sta coniugando con un progressivo<br />

diffondersi del<strong>le</strong> forme di espressione politica nostalgiche del nazi-fascismo, dovrebbe<br />

farci rif<strong>le</strong>ttere. Penso che in un paese come l’Italia, dove l’immaginario politico è ormai<br />

ridotto al livello di un brutto spot te<strong>le</strong>visivo e dove lo scontro con la durezza della realtà<br />

economica sarà estremamente vio<strong>le</strong>nto, ci sia <strong>il</strong> concreto rischio che determinate forme di<br />

comunicazione socio-politica possano dare <strong>il</strong> via a manifestazioni di aperto razzismo,<br />

fenomeno a noi ancora sconosciuto.<br />

A parte queste frange estremistiche, che comunque nel caso della Lega Nord sono anche<br />

al governo e possono quindi influenzare in modo rea<strong>le</strong> <strong>le</strong> politiche migratorie del nostro<br />

paese, <strong>il</strong> dibattito civi<strong>le</strong> tra <strong>le</strong> parti sociali ha enuc<strong>le</strong>ato alcuni temi chiave di discussione.<br />

Le politiche di integrazione dei migranti possono risolversi in alcune direzioni principali :<br />

l’assim<strong>il</strong>azione, l’integrazione, <strong>il</strong> multiculturalismo, l’interculturalismo, la coesione socia<strong>le</strong> e<br />

comunitaria. Questi diversi approcci sono spesso <strong>le</strong>gati al<strong>le</strong> politiche attuate da singoli<br />

paesi europei :<br />

a) – l’assim<strong>il</strong>azione cultura<strong>le</strong> viene spesso col<strong>le</strong>gata al modello francese di integrazione.<br />

Questa, avviene con l’accettazione del<strong>le</strong> due parti dei principi sanciti dalla Rivoluzione<br />

Francese e dalla Dichiarazione dell’ONU sui diritti umani. Tutti i cittadini sono uguali<br />

nell’aspettativa di godere di questi diritti e la sfera pubblica deve sv<strong>il</strong>upparsi al di là del<strong>le</strong><br />

differenziazioni etniche e culturali tra i singoli cittadini o tra gruppi di cittadini. La differenza,<br />

come ha ben esemplificato Bernard Henry-Levy a Fabio Fazio, in un’intervista te<strong>le</strong>visiva :<br />

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