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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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“le disposizioni di politica monetaria avranno il loro contrappeso in un rafforzato coordinamento della politica economica<br />

[…] e un chiaro aggancio all’articolo 2 del trattato, che implica che tutte le istituzioni dell’Unione devono lavorare<br />

per promuovere “… un alto livello d’occupazione e di protezione sociale, l’elevazione del tenore di vita e la qualità della<br />

vita, e la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri”. Sarà grandemente rafforzata<br />

l’attendibilità democratica in materia di UEM, con un ruolo più esteso per il Parlamento Europeo […]” 192<br />

Tale universale integrazione delle politiche, all’insegna di un maggior controllo democratico, trovava<br />

il proprio vertice nei cittadini europei, a proposito dei quali la risoluzione del PE affermava:<br />

“7. Sarà data maggiore sostanza al concetto di <strong>cittadinanza</strong> dell’UE attraverso lo sviluppo dei <strong>diritti</strong> speciali legati alla<br />

<strong>cittadinanza</strong> dell’UE, segnatamente per mezzo di:<br />

- accesso dell’Unione alla Convenzione sui <strong>diritti</strong> umani e sulle libertà fondamentali del Consiglio d’Europa;<br />

- un nuovo diritto di tutti i cittadini dell’UE all’informazione su temi dell’UE;<br />

- inclusione di un esplicito riferimento nel trattato al principio di uguale trattamento, a prescindere da razza, sesso, età,<br />

svantaggio o religione (includendo la menzione dei <strong>diritti</strong> sociali fondamentali dei lavoratori esposti nella Carta, allargandoli<br />

ed estendendoli a tutti i cittadini dell’Unione); anche l’inserimento di un articolo specificamente riferito a un<br />

divieto della pena di morte;<br />

- lo sviluppo della <strong>cittadinanza</strong> politica, tra l’altro attraverso misure che facilitino la partecipazione alla vita politica in<br />

uno Stato membro di cittadini dell’Unione che risiedano in quello Stato;<br />

- il rafforzamento delle disposizioni necessarie a conseguire pienamente il libero movimento delle persone;<br />

- la preservazione della diversità dell’Europa attraverso speciali salvaguardie per le tradizionali minoranze nazionali in<br />

termini di <strong>diritti</strong> umani, democrazia e del dominio della legge;<br />

- l’applicazione delle disposizioni del trattato sui pari <strong>diritti</strong> non solo ai <strong>diritti</strong> economici, ma a tutti gli aspetti della parità<br />

per le donne.<br />

Inoltre il trattato conterrà un chiaro rifiuto del razzismo, della xenofobia, del sessismo, della discriminazione sulla base<br />

dell’orientamento sessuale di una persona, dell’antisemitismo, del revisionismo e di tutte le forme di discriminazione e<br />

garantirà un’adeguata protezione legale contro la discriminazione per tutti gli individui residenti entro l’UE.<br />

8. Al fine di sviluppare i mezzi d’espressione dei cittadini a livello europeo, deve essere applicato e sviluppato l’articolo<br />

138a del trattato sui partiti politici europei.<br />

9. Oltre a essere un fattore chiave nello sviluppo economico, sociale e culturale, la cooperazione transfrontaliera e interregionale<br />

aiuta a forgiare legami e permette una cooperazione pacifica tra i differenti Paesi europei. L’Unione perciò<br />

stabilirà un quadro legale pan-comunitario per promuovere la cooperazione transfrontaliera e interregionale, basato su<br />

una disciplina comunitaria di progettazione regionale, dal momento che questa stimolerà l’integrazione europea e assicurerà<br />

che le politiche della Comunità siano realizzate più effettivamente. […]”<br />

La strategia del PE era quanto mai chiara: l’integrazione delle politiche dell’UE era possibile solo<br />

attraverso un loro pieno controllo democratico, ma questo non poteva essere esercitato in definitiva<br />

se non dai cittadini dell’Unione, che sarebbero peraltro effettivamente esistiti solo in quanto soggetti<br />

di <strong>diritti</strong> fatti valere dall’Unione stessa, in primo luogo attraverso l’adesione dell’UE in quanto tale<br />

alla Convenzione del Consiglio d’Europa. In realtà si trattava della medesima strategia posta alla<br />

base del precedente “Progetto di Costituzione dell’UE” del PE. La novità della risoluzione stava<br />

nella “creazione” di nuovi e fecondi <strong>diritti</strong> che davano “maggiore sostanza” alla <strong>cittadinanza</strong><br />

dell’Unione. Fra essi spiccavano in primo luogo il bando della pena di morte (il tratto distintivo della<br />

futura Carta dei <strong>diritti</strong> fondamentali dell’Unione, rispetto alla stessa Costituzione degli Stati Uniti),<br />

ma anche il libero movimento delle persone, il divieto di ogni discriminazione, la salvaguardia<br />

delle minoranze nazionali, la parità tra donne e uomini, i <strong>diritti</strong> sociali, i <strong>diritti</strong> politici del cittadino<br />

dell’Unione in qualunque Stato membro ove ponesse la propria residenza, il diritto all’informazione<br />

sui temi dell’UE, il diritto di far valere la propria volontà politica sull’UE attraverso partiti politici<br />

europei. E infine l’altra grande novità, quanto mai feconda ai fini dello sviluppo di un’effettiva in-<br />

192 A distanza di dodici anni queste raccomandazioni rivelano tutta la loro attualità, in presenza di una politica monetaria,<br />

condotta dalla BCE in direzione dell’obiettivo unico della stabilità dei prezzi, e tuttora in assenza, viceversa, di<br />

un’autentica politica economica comune volta al perseguimento degli obiettivi sociali sopra detti. Il risultato è una difesa<br />

dell’euro condotta senza alcuna preoccupazione per le negative ricadute economico-sociali (sempre più alto costo del<br />

denaro) per gli Stati membri, nonché per le imprese e le famiglie e quindi per i cittadini dell’Unione, con una tendenza<br />

che sembra andare proprio in senso opposto rispetto a quegli obiettivi economico-sociali ossia verso disoccupazione,<br />

abbandono sociale, abbassamento del tenore di vita, disgregazione economica e sociale e protezionismi statali nazionali.

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