cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"
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Il Comitato ha posto se stesso fermamente a livello politico e, senza pretendere di redigere un nuovo trattato in forma<br />
legale, propone di esporre gli obiettivi, le politiche e le riforme istituzionali, che sono necessari a ridare all’Europa il<br />
vigore e l’ambizione del suo avvio.”<br />
In definitiva il Comitato proponeva che si istituisse effettivamente “una genuina entità politica”,<br />
sottolineandone i seguenti caratteri:<br />
“Non è sufficiente stendere un semplice catalogo di misure da prendere – persino se sono precise e concrete – dal momento<br />
che simili esercizi sono stati spesso tentati nel passato, senza ottenere risultati. Dobbiamo adesso fare un salto<br />
qualitativo e presentare le varie proposte in un modo globale, dimostrando così la volontà politica comune degli Stati<br />
membri. In definitiva ciò deve espresso attraverso la formulazione di una genuina entità politica: cioè un’Unione Europea:<br />
- con il potere di prendere decisioni in nome di tutti i cittadini, attraverso un processo democratico, che sia in accordo<br />
con il loro interesse comune allo sviluppo politico e sociale, al progresso economico e alla sicurezza e in accordo con le<br />
procedure che possono variare a seconda che il quadro sia quello della cooperazione intergovernativa, dei trattati della<br />
Comunità o di nuovi strumenti ancora da concordare;<br />
- in accordo con la personalità di ciascuno degli Stati costituenti.”<br />
La proposta del Comitato ad hoc sugli affari istituzionali andava dunque nella direzione della costruzione<br />
di un’Unione Europea, che fosse comunque fondata, come si esprimerà 18 anni dopo il<br />
progetto di TCE, sulla “volontà dei cittadini e degli Stati d’Europa”. Si veniva così conformando<br />
quella visione della duplice fonte di sovranità dell’Unione Europea, che determinerà i tratti costitutivi<br />
di quest’ultima anche sotto l’aspetto istituzionale.<br />
Gli “obiettivi prioritari” dell’Unione Europea proposta dovevano essere:<br />
1) la creazione di “un’omogenea area economica interna”, da attuare attraverso: a) “il completamento<br />
del Trattato (di Roma)” ossia: la creazione di un genuino mercato interno entro la fine degli anni<br />
Ottanta, l’accresciuta competitività dell’economia europea e la promozione di una convergenza economica;<br />
b) “la creazione di una comunità tecnologica”; c) “il rafforzamento del Sistema monetario<br />
europeo (SME)”; d) “una mobilitazione delle risorse necessarie”.<br />
2) una “promozione dei valori comuni di civiltà” , da attuare attraverso le seguenti misure: a) delle<br />
“misure per proteggere l’ambiente”; b) un “graduale conseguimento di un’area sociale europea”; c)<br />
un “graduale stabilimento di un’omogenea area giudiziaria”; d) “la promozione di comuni valori<br />
culturali”.<br />
3) “la ricerca di un’identità esterna”, da conseguire attraverso: a) una “politica esterna”; b) la ricerca<br />
di una politica comune di “sicurezza e difesa”.<br />
Si trattava di un impressionante pacchetto di impegnative proposte sui più svariati fronti, che lasciava<br />
intendere la serietà della considerazione dell’Unione Europea come di “una genuina entità<br />
politica”.<br />
Ma il Rapporto sottolineava infine quali dovessero essere “i mezzi” per il conseguimento di tali obiettivi<br />
prioritari, ossia delle “istituzioni efficienti e democratiche”. A questo proposito, esso suggeriva:<br />
1) un “più facile processo decisionale nel Consiglio” (con la proposta di un voto a maggioranza<br />
qualificata); 2) “una Commissione rafforzata”; 3) un rafforzamento della “Corte di Giustizia”;<br />
Molto più decisiva era peraltro la proposta finale del Rapporto, riguardante “il metodo” per pervenire<br />
alla fondazione di un’Unione Europea; vi si suggeriva:<br />
“Il Comitato propone che una conferenza dei rappresentanti dei governi degli Stati membri debba essere convocata nel<br />
futuro prossimo per negoziare un progetto di Trattato dell’Unione Europea, basato sull’acquis communautaire, sul<br />
presente documento e sulla Dichiarazione solenne di Stoccarda sull’Unione Europea e sia guidato dallo spirito e dal metodo<br />
del progetto di trattato votato dal Parlamento Europeo:<br />
- le parti [partecipanti] alla conferenza saranno gli Stati membri; […]<br />
- la Commissione Europea parteciperà ai negoziati;<br />
- il Parlamento Europeo sarà strettamente associato alla conferenza. Il suo risultato sarà sottoposto al [voto del] Parlamento<br />
Europeo.”